Promuovere la cultura nautica fra i giovani, introdurre il mondo della vela nella scuola, favorire l’integrazione e l’osmosi fra gli Istituti scolastici e gli sport acquatici: sono soltanto alcuni degli obiettivi del Progetto “VelaScuola”, coordinato dalla Prof.ssa di Scienze Motorie Ambra Ruia all’Alberghiero di Ladispoli nel corso dell’a.s. 2017/2018. “E’ paradossale – ha affermato la Prof.ssa Ruia – che in un Paese caratterizzato da una spiccata vocazione marittima, con oltre 8000 chilometri di coste e centinaia di laghi naturali e artificiali non si riesca a diffondere adeguatamente la cultura velica nelle giovani generazioni. Il nostro fine non è semplicemente quello di far conoscere ai nostri studenti una nuova disciplina, ma anche di promuovere tutti i valori sportivi, educativi e formativi connessi alla pratica velica. Il ‘sistema-barca’, come contesto specifico delle attività proposte, mette in gioco evidentemente tutte le energie e le risorse individuali, ma obbliga anche ad un lavoro collettivo, quello dell’equipaggio, costringendo ciascun membro a potenziare le proprie competenze relazionali”.

Il progetto si è snodato nel corso dell’anno scolastico, a partire dal mese di aprile con incontri che si sono svolti nell’Aula Magna dell’Alberghiero di via Federici. Gli Istruttori Marco Gregori e Alessandro Gera dell’Associazione Velica di Ladispoli, hanno spiegato agli studenti i segreti della rosa dei venti, del windsurf, del kitesurf e di tutti gli sport legati alla vela.

“Le origini dell’attività velica e la fondazione dei primi circoli in Italia risalgono alla metà dell’Ottocento. – ha spiegato Marco Gregori, fondatore (nel 2000) dell’Associazione Velica di Ladispoli, durante il primo incontro –  Nell’ultimo trentennio dell’Ottocento cominciarono a sorgere i primi Club nautici (Como, Livorno, Isola d’Elba, Civitavecchia, Napoli). A Roma nel 1872 viene fondata la Società Ginnastica dei Canottieri del Tevere (attuale Circolo Canottieri Tevere Remo). Ed è importante sottolineare che fu proprio il litorale di Ladispoli a giocare in questo primo decisivo periodo un ruolo di assoluto rilievo:  “La vela – ha ricordato Marco Gregori –  veniva praticata nei primi anni, a Palo, nella tenuta a mare del socio fondatore, il principe Ladislao Odescalchi, il secondo presidente del “Tevere”, che aveva messo l’arenile a disposizione del nuovo Circolo”.

Tre le lezioni in aula, prima dell’uscita in barca. Il secondo incontro, il 10 maggio, ha visto salire in cattedra Riccardo Pugnali, che ha spiegato le regole che disciplinano le precedenze delle imbarcazioni, il cosiddetto ‘diritto di rotta’ e i principi essenziali dell’educazione civica in mare. La terza lezione, il 18 maggio, è stata dedicata ai segreti della biologia marina raccontati agli studenti da Alessandro Gera, che ha illustrato le caratteristiche del fondale tirrenico, mettendo in evidenza l’importanza del rispetto dell’ecosistema, della tutela della biodiversità e della lotta all’inquinamento, per evitare il moltiplicarsi di problemi quali le cosiddette ‘isole di plastica’, in preoccupante diffusione nelle acque degli oceani.

 “La FIV ritiene determinante per la promozione dello sport velico ai giovani, incrementare la presenza e l’offerta di vela nel mondo scolastico, al fine di instaurare ed accrescere una cultura marinara, con particolare riferimento alla comprensione e rispetto dell’ambiente. “VelaScuola” – spiegano gli organizzatori – è il progetto della Federazione Italiana Vela, in collaborazione con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), che consente allo sport della vela di entrare nelle Scuole durante l’orario curriculare: si tratta di attività teorica in aula e pratica in acqua”.

Al fine della realizzazione di questo progetto, – ha spiegato Marco Gregori – la FIV si avvale dei Circoli Velici affiliati. Il principale obiettivo consiste nello sviluppo di una ‘cultura nautica’ tra gli alunni delle Scuole. Per il raggiungimento di tale obiettivo quattro sono le fasi: la scoperta e la ricerca, attraverso le materie scolastiche, della cultura sportivo-marinara; l’instaurazione di corretti modelli di vita sportiva; lo sviluppo di una sana coscienza ambientale; l’acquisizione di conoscenze e di abilità, che costituiranno la base di future professionalità.

Ogni anno sono circa quarantamila gli studenti che vivono questa appassionante esperienza, che la Prof.ssa Ruia ha voluto proporre anche ai suoi allievi.

Appuntamento sulla spiaggia a settembre, per l’ultima lezione in barca.

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