TARQUINIA LIDO (VT) – ANCHE QUEST’ANNO I BAMBINI DEL SAHARAWI SONO OSPITATI DALL’AVAD. FUGGONO DA GUERRE E PERSECUZIONI  E ALL’AVAD DI  TARQUINIA HANNO TROVATO UN’OASI DI PACE.

Dieci bambini provenienti dal Saharawi sono ospitati in questi giorni nell’ostello della pace e della solidarietà nel Mediterraneo, struttura di accoglienza gestita dall’Associazione Volontari Assistenza Disabili a Tarquinia Lido (VT). Hanno tutti un’età compresa tra 10 e 11 anni e sono accompagnati da due adulti, Fatma e Alì.

Hanno trascorso un primo periodo a Canale Monterano, ospiti del Comune, e hanno poi ricevuto il sostegno del Comune di Capranica, delle Confraternite, della Pro Loco capranichese e dell’Avis locale.

Dal 27 luglio sono ospitati dall’Avad a Tarquinia Lido e ci rimarranno fino al 23 agosto, quando faranno rientro nella loro terra d’origine. Oltre a trascorrere le vacanze, in questo periodo sono sottoposti a controlli sullo stato di salute, effettuati da medici, pediatri e dentisti, che si sono messi a disposizione gratuitamente per la cura di questi piccoli amici.

Inoltre, i bambini hanno visitato il Museo Etrusco e la Necropoli, grazie all’interessamento di Umberto Magrini e nei prossimi giorni, grazie al professor Carlo Bicchierini e al suo staff, impareranno a nuotare.

“Anche quest’anno i bambini saharawi trovano da noi un’oasi pace e serenità – dice Paolo Bellucci, presidente dell’Avad – prosegue così il sogno di mio padre Filiberto e di Luigi Daga, che molti anni fa fecero nascere questo ostello per farlo diventare un punto di riferimento per l’accoglienza e la pace nel mediterraneo. Non dimentichiamo – conclude Bellucci – che in estate la nostra associazione accoglie anche persone con varie disabilità. Ringrazio la Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia e i privati e le aziende che a vario titolo danno il loro prezioso contributo.”

Quello Saharawi è un popolo dimenticato da tutti, un popolo senza Stato, un popolo in esilio che subisce l’occupazione straniera e che è costretto a sopravvivere in campi profughi. Ma, nonostante tutto, non abbandona la propria terra.

Nel 1975, con gli accordi di Madrid, la Spagna cedette la sua colonia, il Sahara Occidentale, a Marocco e Mauritania. Nel 1979 fu raggiunto un accordo con la Mauritania, mentre il Marocco costruì otto muri lunghi 2.720 chilometri che tagliano ancora oggi in due la terra abitata dal popolo sahariano. Il problema è essenzialmente economico: il Sahara Occidentale, in gran parte desertico, é ricco di risorse minerarie ed è proprio sullo sfruttamento di questi giacimenti che ruota la tragedia delle tribù Saharawi, che nel 1976 hanno costituito la Repubblica Araba Saharawi Democratica, dal 1982 stato membro dell’Organizzazione dell’Unità Africana.

Nell’ottobre 2015 una violenta alluvione ha colpito i campi profughi del sud dell’Algeria e 17mila famiglie hanno perso la propria precaria abitazione. Ma i Sahariani non si arrendono e auspicano che presto saranno riunificati in un’unica Nazione.

“Spero – ha dichiarato recentemente il Ministro della gioventù e dello sport della Repubblica Araba Saharawi, Ahmed Lehbib, durante una sua visita in Italia – che nella nuova veste di componente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, l’Italia, che da sempre ci sostiene, possa portare le istanze del nostro popolo sul tavolo dell’Organizzazione per le Nazioni Unite.”

Ce lo auguriamo anche noi.

 

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