Palazzo comunale tarquinia

Era il 24 marzo del 2016, quando Luciano Marziano apprezzato critico d’arte, siciliano di nascita e tarquiniese d’adozione, scompariva in seguito ad una lunga malattia, lasciando al nostro sodalizio un ultimo attestato di stima, una donazione di oltre 1000 volumi, la sua biblioteca e gli scritti di una vita.  Il lascito che da lui prende nome, comprende tutti i suoi articoli e le sue monografie, le curatele di mostre o altri eventi, cataloghi d’arte, libri d’architettura e design, collane e riviste d’arte e cultura, oltre a pubblicazioni di altro genere, CD e diapositive, che testimoniano la sua naturale predisposizione a interessarsi di quanto scibile. Grazie ad un progetto di alternanza scuola-lavoro avviato con I.I.S.S. Vincenzo Cardarelli, nel corso del 2017, i volumi sono stati oggetto di una prima divisione, quindi, sono stati inventariati ai fini di una pubblica consultazione. Il “Fondo Luciano Marziano” è così disponibile per chiunque voglia usufruirne, nel rispetto della volontà del suo donatore: l’inventario del fondo è consultabile presso la nostra sede e, a breve, sul nuovo sito web dell’associazione.

I termini del lascito sono stati concordati tra lo stesso beneficiario e chi scrive. Luciano ha stabilito tempi e modi della donazione, nonché il luogo dove avrebbero dovuto essere custoditi i testi. La sua repentina scomparsa ha imposto che a formalizzare l’atto sia stata la sua famiglia, alla quale va il nostro ringraziamento, in particolare alla nipote, Daniela Muratti, che le è stata vicina fino alla fine e con cui oggi stiamo pianificando nuovi progetti per omaggiare come merita la memoria dello zio. Siamo certi che avrebbe apprezzato l’idea di far catalogare i suoi libri da giovani studenti, poiché nonostante le svariate critiche sollevate contro la “buona scuola”, credeva molto nelle potenzialità formative dell’alternanza scuola-lavoro in virtù delle capacità costruttive dell’esperienza pratica.

A due anni dalla sua scomparsa, il ricordo di Luciano ci è ancora vivissimo, anche perché fino agli ultimi giorni di vita non ha mancato di prestare un prezioso contributo alla nostra associazione. Il critico d’arte figura, infatti, tra i redattori del bollettino che raccoglie gli atti del convegno su Cardarelli, venuto alla stampa pochi giorni dopo la sua morte. Si trattava di una delle voci critiche più autorevoli dell’ambiente culturale locale, tant’è vero che era riuscito in imprese ad altri impossibili, come riunire nel 1998 tutti i ceramisti tarquiniesi per un workshop sulla ceramica raku, sotto la guida dell’eterno amico Nino Caruso. Credeva profondamente nel valore della S.T.A.S. – di cui per meriti venne eletto Socio onorario -, quale fulcro dell’attività culturale tarquiniese, intesa ai massimi livelli, insistendo sulla necessità di epurare i progetti che non fossero meritevoli di tale qualifica. Meno noto è che era una persona generosa, impegnata nel sociale, che non esitava a sacrificare la sua immagine di fronte al bene altrui.

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