Non v’è dubbio che se una città è consapevole delle sue origini, saprà trarre energie dal suo glorioso passato, dalla sua storia, nei momenti più dificili del suo cammino. Civitavecchia non può sottrarsi da questa prospettiva ed
oggi più che mai poiché sul suo cammino si vedono oscuri orizzonti. Questi pensieri non nascono da un patetico amore per la propria città ma sono frutto di una consapevole certezza della quale altre città offrono chiari
esempi.
E’ lo spirito di appartenenza che illumina l’orgoglio ed offre vigore. In un momento tanto difficile soltanto una supericialità di giudizio può far sembrare puerile la proposta testé espressa. Non che ciò debba far dimenticare
l’arduo compito che da sempre attanaglia gli amministratori e le difficoltà di tutti i cittadini in momenti come quello che stiamo vivendo, ma il problema che viene posto all’ attenzione non è esclusivamente di corretta informazione
culturale. Leggo spesso che dovendosi citare la città edificata al tempo di Leone IV, per dare rifugio agli abitanti della città romana di Centumellae, devastata a più riprese dalle orde barbariche, la si ricordi come “ Leopoli “; in verità è dimostrato che tale città nei primi documenti si continuò a chiamare con il nome della città romana abbandonata,
nome che in documenti successivi venne volgarizzato in Centocelle e soltanto alla sua fine Cencelle.
Quando sul finire del 1800, il primo tratto dell’attuale Corso, allora nominato Piazza del Quartierone, venne prolungato oltre le mura del Sangallo, volendosi ricordare la prima città romana, la nuova via la si denominò Via Cencelle , poi consapevoli che questo nome era esclusivamente riferibile alla città medioevale, fondata da Leone IV, si cambiò in
Corso Centocelle, ripetendo inevitabilmente l’errore, seguendo le opinioni storiografiche del tempo. Accadde come se volendosi ricordare le proprie origini romane, Napoli non si citasse Neapolis, Milano Mediolanum e Cerveteri Caere. La città romana non venne mai nominata se non Centumcellae e la città marinara, nata sulle sue rovine, non ebbe mai
altro nome se non Civita Veccla-Civita Vetula- Civita Veccla-Civita Vecchia. Il nome di Centocelle e Cencelle non è stato mai usato se non per la città fondata da Leone IV che i più romantici si ostinano a chiamare Leopoli.
Quello che ne deriva è che se oggi vogliamo ristabilre una verità e ricordare e nobilitare le gloriose origini romane di CivitaVecchia, Corso Centocelle va modificato in Corso Centumcellae.
(Odoardo Toti – SSC).

 

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