Royal Bus, a tutela dei suoi diritti legali e della sua immagine, si vede costretta a smentire quanto sostenuto in modo strumentale da Edgardo Azzopardi, Amministratore di Port Mobility nella coneferenza stampa di ieri.
Royal Bus

·         conferma tutte le contestazioni economiche rivolte alla società della famiglia Azzopardi,  poste dal giudice a base del   decreto ingiuntivo di oltre 4 milioni e a riprova qui si riproduce parte della corrispondenza commerciale intercorsa

·         rammenta che grava presso l’ADSP di Civitavecchia istanza di revoca della concessione in capo a Port Mobility rilasciata senza espletamento di gara pubblica.

·         nota che i 33 dipendenti a tempo indeterminato di Royal Bus rimasti senza posto, sono stati “sistemati” da Port Mobility (questo il termine usato) come segue: 7 licenziamenti e 26 contratti precari con due ditte diverse

Nel merito Royal Bus ricorda che ha più volte richiamato l’attenzione di Port Mobility  sul protrarsi della  sua situazione di insolvenza. A riprova si riportano di seguito solo alcuni stralci della corrispondenza commerciale nei quali si fa presente a Port Mobility

–  “che la fatturazione delle più volte richiamate integrazioni tariffarie è stata sino ad oggi rinviata” su richiesta della Port Mobility” (ottobre 2016)

–  “che le somme sono state unilateralmente corrisposte e incassate costantemente con riserva di determinazione successiva” (maggio 2017)

–  che “non c’era nessun accordo negoziale” oltre il contratto già firmato. (giugno 2017)

Di fronte a questi fatti Royal Bus, nella persona del suo presidente Massimiliano Passalacqua, avendo affidato a questa precisazione la tutela della propria immagine e al giudice quella dei propri diritti, ritiene superflua qualsiasi altra considerazione e si astiene dal commentare il basso coefficiente di verità dei contenuti espressi con tanto livore nel corso della citata conferenza stampa di Port Mobility.

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