È frequente incontrare persone che in amore danno per scontate parecchie cose. Ad esempio: “l’amore è sacrificio e rinuncia”, “l’amore fa soffrire”, “è normale essere gelosi quando si ama”, “gli innamorati si appartengono”, ecc. Ci tengo a precisare che questi pensieri fanno riferimento ad un preciso modello culturale, ad una mentalità, essendo l’amore, come del resto tutta la nostra vita interiore, un prodotto mentale. L’amore è un prodotto mentale a tal punto che basta cambiare idea sul proprio partner perché esso finisca e ci si lasci! Si passa da “ti amo vita mia, mi sembra di conoscerti da sempre, ti penso…” a “non ti riconosco più, non voglio più vederti, ma chi ti pensa…”. A volte basta una parola, uno sguardo, un nuovo incontro, un semplice dubbio e la mente si sposta, cambia scena, produce un altro “film” e ci si lascia. Questo modello culturale si poggia sul presupposto che, quando gli innamorati si mettono insieme, non sono più “individui” ma “coppia” e che il rapporto si debba costruire per farlo diventare appartenenza, possesso, controllo reciproco, abitudine, ripetizione e di conseguenza gioco delle parti, interazione tra ruoli, sotterfugio, bugia, strategia di sopravvivenza. Proprio come gli operai di una ditta edile erigono una casa su un progetto definito prima, così gli innamorati costruiscono il loro rapporto. Ma chi ha fatto questo progetto? E poi, l’amore e la relazione umana possono aderire ad uno schema uguale per tutti essendo noi individui diversi gli uni dagli altri? Ma soprattutto, siamo noi tutti dei bravi “architetti” e “operai edili”? Spesso capita, infatti, che i partner si sono fatti la loro personale idea di questo modello culturale di rapporto e non posseggono pienamente le competenze relazionali necessarie per costruire una relazione stabile e accogliente. E così si arriva a: “tu non mi capisci, non mi sai prendere, siamo troppo diversi, sei sbagliato! Sei matto!”. Proviamo per un attimo a pensare che l’amore sia, invece, un’esperienza che avvicina e unisce due “individui diversi”, ognuno con la propria storia e il proprio progetto di vita e che, essendo diversi, daranno vita alla loro personale, attuale, unica e irripetibile alchimia. Che, essendo individui, “non” si appartengono ma “si scelgono”, che non può esistere amore senza fiducia e stima e che quindi il controllo mortifica il rapporto e le persone, e che l’amore ha un tempo e compie un ciclo evolutivo come tutte le cose della vita. Nulla è per sempre, neanche il sole che un giorno si esaurirà e collasserà, neanche l’universo. Tutto nasce, cresce e muore per permettere l’evoluzione e il cambiamento che sono alla base della vita. Proviamo altresì a pensare che l’amore appartenga ad un mondo interiore non razionale, non logico, non codificabile con i criteri della ragione ma creativo, emotivo e che quindi abbia bisogno di novità, di cambiamenti, di avventure, di entusiasmo e di sorpresa.  L’amore viene mortificato dalla noia, dall’abitudine, dalla prevedibilità e dal razionalismo.  Proviamo ancora a pensare che esso affonda le sue radici nell’istinto, nella passione, nel desiderio. Cosa c’è di più sbagliato di un rapporto definito, inquadrato, istituzionalizzato, regolato da abitudini, atteggiamenti, ruoli e schemi! L’eros, le emozioni, i sentimenti e l’ideazione creativa che muovono l’amore necessitano di libertà, di rispetto, di stima, di fiducia, di condivisione e di avventura. Il modello culturale fondato sul controllo, l’appartenenza, la coppia stabile socialmente definita è una costruzione mentale subdola che spegne questo sentimento perché lo priva del suo nutrimento necessario: “la scoperta di chi siamo e di chi diventeremo!” Chi leggerebbe un libro già letto o andrebbe al cinema a vedere un film già visto senza prima o poi annoiarsi? L’amore deve farci vedere il mondo come lo vedono i bambini: per la prima volta! Esistono tanti amori quante sono le persone e le alchimie che essi producono. È amore quello di una notte, di un mese, di una vita intera. È amore quello con i figli e senza figli, con il matrimonio e senza il matrimonio, tra persone di sesso diverso e dello stesso sesso. Proviamo a pensare che l’amore sia un’esperienza che arricchisce due “individui” e non li annulla in una idea o in un modello di coppia pre-stabilito e creato da altri. Proviamo a pensare che l’amore possa essere anche irresponsabile e ludico e non solo serio e faticoso. Se provassimo a pensare in modo diverso, a cambiare il punto di vista sull’amore forse ci vorremmo tutti più bene e saremmo tutti più felici di innamorarci tante volte nella nostra vita anche della stessa persona!

www.alessandrospampinato.com

 

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