(Articolo Completo)

La mia passione ed i miei studi per la criminologia, che riguarda vicende di particolare gravità, nonché di difficile risoluzione, non può esimermi dall’ intervenire anche su altri aspetti quanto mai importanti, anche per la sicurezza della vita ed in questo caso della circolazione stradale, conformandomi ai principi generali cui ho ispirato la mia Rubrica denominata Sicurezza, Giustizia e Legalità, che proprio per questo, abbraccia, oltre che la stessa criminologia, per la quale come detto nutro una particolare passione, molteplici altri aspetti della nostra quotidianità, quindi della sicurezza in genere e del civico vivere, con l’intento di evitare e quindi prevenire, anche piccoli illeciti, che oltre a contribuire a rendere scadente la qualità della nostra vita di ogni giorno, possono in pochi attimi, trasformarsi in fatti ben più gravi, rientrando così nella fattispecie dell’illecito penale, a fronte della sola sfera civile ed amministrativa, che in ogni caso, potrebbe comunque prevedere la possibilità del risarcimento del danno patito dalla vittima, e/o comunque il  così detto soggetto passivo del fatto reato e per ulteriore chiarezza, il pagamento di un quid stabilito dalle specifiche norme o dal giudice stesso, alla/e persona/e, cui sono stati cagionati danni fisici, psicologici, biologici, morali e patrimoniali.
Non di rado per mezzo di telefonate, messaggi sui vari social, ma anche incontrando gente in strada, mi vengono posti quesiti in ordine a varie materie, ai quali cerco di rispondere limitatamente alle mie conoscenze, o in caso contrario, dando comunque consigli utili, su come agire o a chi secondo me, sarebbe più opportuno rivolgersi. In proposito, giorni addietro, con immenso piacere, ho incontrato un ex direttore di un’azienda locale, quest’ultima oggi non più esistente, con il quale, quand’ero poco più che ragazzo, ho avuto il piacere di lavorare. Dopo un colloquio durato alcuni minuti e che ha toccato vari aspetti, mentre si era intenti a fare compere, Attilio, questo è il suo nome, nell’affermare che segue da tempo con attenzione i miei interventi, sia sui social che su questa ed altre testate giornalistiche locali, mi ha posto, più o meno sinteticamente, la seguente domanda: “…caro Remo, ma, a Civitavecchia, gli automobilisti sono a conoscenza di come dovrebbe essere impegnata una rotatoria stradale, da parte di chi per l’appunto si trova alla guida di un veicolo?…” Alla domanda è seguito poi, sempre da parte di Attilio, il sintetico racconto di alcuni episodi che sovente gli sarebbero capitati, e che purtroppo capitano a tutti quelli che inevitabilmente, quotidianamente, si trovano costretti ad utilizzare la strada ed a transitare anche all’interno di una rotatoria stradale.
Il racconto si è concretizzato, nell’avere osservato conducenti di molti veicoli che nell’approssimarsi alle rotatorie, invece di rallentare, in molti casi, aumenterebbero anche in modo considerevole la velocità, pur di cercare di passare per primi, in barba ad ogni regola prevista dal Codice della Strada, ma anche e soprattutto, delle più elementari norme della civica convivenza e quindi del rispetto del prossimo, che non di rado, specie in questi frangenti, possono tramutarsi nel mancato rispetto della sicurezza se non della vita delle persone e della circolazione stradale in genere.
L’ho ascoltato in silenzio per alcuni attimi, poiché, ciò che asseriva, è effettivamente ciò che possiamo vedere tutti noi ogni giorno, utilizzando la strada.
La prima mia  risposta è stata questa: “…credo che sicuramente una parte dei conducenti dei veicoli, probabilmente non abbia ancora capito come deve essere utilizzata una rotatoria, ma un’altrettanta parte e forse quella preminente, pur sapendolo, fa finta del contrario, infischiandosene di regole e norme, come fosse divenuto un leone alla guida di un veicolo, mettendo a repentaglio la vita degli altri utenti della strada, la  stessa sua vita e quella di eventuali trasportati!…”
Mi permetto di far osservare agli eventuali non “addetti ai lavori”, che ho utilizzato la frase “conducenti dei veicoli”, proprio perché il Codice, con l’art. 47, classifica tutti i generi di veicoli, compresi quelli a trazione umana (velocipedi) ed animale. In buona sostanza, chi vuole può tranquillamente andare a leggerselo, ma è solo per far capire che in questa categoria, quella dei veicoli, non rientrano solo le autovetture, ma tutti gli altri generi di mezzi di trasporto, quindi, tanto per mero esempio, anche quelli a due ruote, a motore e non, vale a dire, che nel caso di specie della rotatoria, come del resto della strada, tutti i conducenti dei veicoli hanno l’obbligo di comportarsi secondo quanto previsto dalle norme del già citato Codice della Strada.
Già, vero, per chi non lo ha capito, o fa semplicemente finta, anche se tra patenti e patentini vari, una volta superato l’esame per il loro conseguimento, tutti dovremmo aver studiato e ben compreso sia le norme di comportamento sulla strada, nonché il significato e la conoscenza di tutta la segnaletica stradale.
Ma,  come funziona una rotatoria stradale e, tanto per un ripasso insieme, come va utilizzata e quindi impegnata?
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, vorrei premettere che le rotatorie, utilizzate dapprima in altri paesi europei ed extraeuropei, basti pensare che la prima rotatoria nel Regno Unito fu Piccadilly Circus, realizzata nel 1819, ed in seguito, sempre più anche nel nostro Paese, sono state studiate anche per sostituire più o meno gradatamente, gli impianti semaforici posti alle intersezioni stradali. Diverse necessità e studi in proposito, hanno condotto i governi e gli enti proprietari delle strade, a propendere per la scelta delle rotatorie, rotonde o rondò, che dir si voglia.
La realizzazione di un impianto semaforico, prevede dei costi non indifferenti, naturalmente anche in relazione alle varie strade da regolamentare che confluiscono su quella determinata intersezione stradale e quindi anche al numero delle varie lanterne da utilizzare. Poi, c’è la manutenzione, altra cosa non da poco conto, anzi, forse quella che maggiormente crea dei problemi all’ente gestore della strada (in prevalenza comuni), poiché, come accade in molti casi analoghi, ove vengono impegnati soldi pubblici per la realizzazione di infrastrutture, non vengono poi previsti fondi per la successiva loro manutenzione, sia ordinaria, che straordinaria, o comunque qualora stanziati, questi quasi sempre in quantità  assolutamente insufficiente; da considerare inoltre, anche le problematiche derivanti dall’avvicendarsi negli anni delle varie amministrazioni. A tutti sarà sicuramente capitato di osservare una lampadina semaforica spenta, magari proprio quella che avrebbe dovuto indicare la luce rossa, il trascorrere di giorni e giorni, prima dell’intervento dei tecnici preposti e che questa venga sostituita ed intanto il pericolo continua a regnare sovrano in quel determinato incrocio. Poi, c’è un altro problema, che secondo me, non è da poco: il semaforo arresta determinati flussi viari, per consentirne altri e magari,  proprio nel momento in cui viene proiettato il verde in una determinata direzione, non v’è alcun veicolo che transita, mentre dal lato opposto, quello del rosso, magari è ferma un’interminabile colonna di veicoli, di fatto, creando una sorta d’intralcio alla circolazione stradale.
Vero è che nel tempo, si è parlato di semafori intelligenti, i quali avrebbero dovuto autoregolamentarsi per mezzo di appositi sensori, in base all’intensità dei flussi di traffico da questi rilevati, vero anche che su particolari strade di scorrimento, specie nelle grandi città, i vari semafori distanti solo poche centinaia di metri tra loro, si diceva avrebbero dovuto essere sincronizzati; la famosa “onda verde”, ne prendi uno e via di seguito tutti gli altri, ma in realtà, ritengo che solo in pochissimi casi e per brevi periodi, gli impianti semaforici, funzionino, o comunque abbiano effettivamente funzionato in questo modo. Naturalmente non perché la tecnologia, non sia in grado di dare le giuste risposte, ma semplicemente per i problemi sopra esposti, anche in considerazione che un impianto semaforico, è soggetto ad ogni evento climatico e quindi ad una costante usura, ma anche a danneggiamenti vari, conseguenti non di rado, anche al loro coinvolgimento passivo in incidenti stradali, che finiscono per mandare fuori uso, anche importantissime parti, delle loro strutture.
L’infrastruttura viaria che sta sostituendo gli impianti semaforici: La rotatoria, finalmente eccola!
Partiamo dalla sua realizzazione. E’ facile capire che i costi di realizzazione di una rotatoria, salvo speculazioni varie, sono certamente molto minori rispetto a quelli necessari per installare un impianto semaforico. Ve ne sono di molti tipi ed in genere si tratta di piazzare al centro dell’intersezione stradale interessata ed a volte anche nelle immediate prospicenze, delle infrastrutture a raso, che in buona sostanza impongono una sorta di deviazione ai flussi veicolari che vanno ad approssimarsi all’intersezione, costringendoli di fatto a rallentare e ad un moto circolare, una volta al suo interno. Queste infrastrutture, nelle quali quasi sempre vengono coltivate delle essenze arboree o posti degli arredi urbani, che fungono da abbellimento, saranno poi appositamente segnalate, mediante i dispositivi del caso previsti dal Codice della Strada, al fine di renderle ben visibili sia di giorno che di notte, che in ogni caso di scarsa visibilità e mancanza d’illuminazione naturale.
Le rotatorie poi, come è altrettanto facile capire, una volta realizzate, non hanno bisogno di manutenzione, o quasi. Sarà solamente necessario, intervenire, una volta usurata la segnaletica orizzontale e quella verticale, al fine del suo rispristino, laddove eventualmente danneggiata o consumata dal tempo.
Passiamo ora all’utilizzo di una rotatoria. Intanto, a differenza di un impianto semaforico, che blocca completamente per un determinato periodo di tempo alcuni flussi viari, come rappresentato innanzi, la  rotatoria agisce in modo totalmente diverso. Infatti, la rotatoria, salvo alcuni casi in cui sia presente apposita segnaletica di stop, non blocca i flussi viari, ma h lo scopo di rallentarli, prevedendo determinate precedenze a seconda dei casi, consentendo così un continuo moto circolare dei veicoli, in senso antiorario, (per i paesi in cui sia prevista la marcia sulla destra della carreggiata stradale), provenienti da ogni direzione, naturalmente, nel rispetto delle regole, previste dal Codice e con lo scopo prioritario, di garantire una maggiore sicurezza della circolazione stradale. Tale infrastruttura viaria, consente inoltre agevolmente l’inversione del senso di marcia, riducendo al contempo i punti di conflitto e quindi quelli dei casi d’incidentalità, le statistiche ne danno oltre il 50% in meno, a fronte del classico incrocio stradale, privo di rotatoria o con impianto semaforico.
Di contro, è certamente opportuno osservare che le rotatorie, per essere veramente tali, nonchè davvero funzionali e non una sorta di surrogato, avrebbero bisogno di ampi spazi per la loro realizzazione, proprio per consentire anche quella sorta di deviazione del traffico cui ho fatto appena cenno. Questo è stato realizzato ed è comunque possibile ad esempio, in molte zone della pianura padana, ove moltissime strade, corrono lungo immensi campi e quindi sottrarre spazi per realizzare le infrastrutture, non risulta poi così difficile; in tal senso, sono presenti rotatorie ampissime. Cosa diversa invece, è ciò che accade nelle strade delle nostre città, quando le amministrazioni vogliono sostituire i vecchi impianti semaforici, ma nella realtà non sussistono adeguati spazi per realizzare la rotatoria, in quanto le strade corrono lungo vecchie preesistenze quali fabbricati ed immobili di vario genere. Accade sovente, che le sue dimensioni non saranno così ampie, e non riusciranno ad “obbligare” il conducente del veicolo, al suo approssimarsi all’incrocio, a rallentare, tanto che questi e qui torniamo alla domanda del mio amico direttore, c’è chi  ci fa e chi ci è, molto spesso, incurante della segnaletica stradale verticale ed orizzontale, come avesse la certezza di avere la precedenza, impegna non di rado, a velocità folle la rotatoria, causando anche incidenti di notevole gravità, dai quali ne conseguono, danni rilevanti a cose, ma soprattutto di altrettanta gravità per le persone. A tal proposito, vorrei rammentare la nuova, anzi ormai neanche più così tanto nuova, legge sull’omicidio e lesioni personali stradali gravi, Legge 23 marzo 2016, n. 41, che per giusta memoria rammento e che ho avuto modo di esaminare in più occasioni, anche su questa Rubrica, con la quale credo non ci sia molto da scherzare e che per un’infrazione del genere, dalla quale ne derivino per l’appunto lesioni gravi o la morte di una o più persone, oltre che la revoca della patente di guida, sono previsti a seconda dei casi, numerosi anni di carcere, nonché onerose spese processuali e di risarcimento dei danni.
Riassumendo, come del resto in ogni caso, in cui alla guida  di un qualsiasi veicolo andiamo ad approssimarsi ad un’intersezione stradale, per prima cosa dobbiamo ridurre la velocità, rallentando e facendo attenzione alla segnaletica ivi presente; ribadisco ancora una volta, sia a quella verticale  che orizzontale.
Per quanto riguarda la classica rotatoria c.d. Europea o alla francese,  il diritto di precedenza è di chi la sta già percorrendo al suo interno; nell’immettersi quindi, bisogna fare attenzione a chi arriva da sinistra e solo successivamente entrare in rotatoria girando verso destra, proseguendo poi al suo interno in senso antiorario.
Diversamente dal precedente tipo, nella rotatoria all’italiana è prevalente il diritto di precedenza per chi arriva da destra, quindi nei confronti di chi si sta immettendo, insomma chi accede da una strada laterale o una rampa, rispetto alla destra dell’altro conducente, anche se questi si trova già nel rondò.
Ci sono anche delle rotatorie “anomale”, le quali prevedono sia concesso il diritto di precedenza a chi invece proviene dalla strada segnalata come più importante.
Che fare allora? Nessuna paura, cercherò per quanto possibile di spiegare come dobbiamo comportarci nei vari casi di rotatoria, nella speranza che non ci sia tra i lettori, più sordo di chi non vuol sentire.
Innanzi tutto, nell’approssimarsi ad una rotatoria e per capire di quale si tratti e di conseguenza il comportamento corretto da mettere in atto, bisogna prestare particolare attenzione, come già detto, sia alla segnaletica orizzontale che a quella verticale. Di qualunque tipo di rotatoria si tratti, questa sarà, o almeno così dovrebbe essere, sempre segnalata a circa 150 metri prima del suo approssimarsi, mediante un segnale di pericolo  di forma triangolare con cornice rossa e tre frecce circolari nere poste su fondo bianco, successivamente, troveremo poi un segnale circolare di prescrizione, realizzato su fondo blu con tre frecce bianche circolari che indicano il senso di marcia imposto nella rotatoria. Segnalati in proposito, non pochi casi di conducenti dei veicoli, che hanno impegnato, con il pericolo che si può immaginare, le rotatorie contromano; quindi massima attenzione!!
Qualora si tratti di una rotatoria alla francese, direi quelle più comuni in cui di solito c’imbattiamo, sulla strada o rampa d’immissione, troveremo abbinati un segnale di prescrizione di dare precedenza, costituito da un triangolo rosso rovesciato su fondo bianco, con segnaletica orizzontale di dare precedenza, realizzato da una linea costituita da una serie di triangoli bianchi rovesciati ed affiancati. Quindi, non mi stanco di dire, che in questo caso, chi è all’interno del rondò, ha la precedenza su chi si sta immettendo; tra più veicoli che si stanno immettendo contemporaneamente, fermo restando quanto detto prima, entrerà per primo, quello che si trova alla destra rispetto all’altro. La rotatoria all’italiana si presenta invece, senza segnaletica, se non unicamente quella che indica l’approssimarsi alla rotatoria e quella posta su fondo blu con le frecce circolari bianche. In questo caso, prevarrà la regola generale prevista dal Codice, relativa al diritto di precedenza per chi viene da destra; quindi, anche se ci troviamo nel moto circolare interno alla rotatoria, sottolineo ancora una volta che la stessa è già impegnata poiché siamo al suo interno, avremo comunque l’obbligo di dare la precedenza, ad eventuali veicoli che provengono dalla nostra destra.
E’ bene inoltre evidenziare un altro fattore, molto spesso ignorato dai conducenti dei veicoli o comunque sottovalutato, che è quello dell’obbligo di azionare gli indicatori di direzione, ad ogni spostamento del veicolo condotto, sia in entrata, che all’interno, che all’uscita della rotatoria, rendendo ben chiare, visibili e per tempo utile, agli altri utenti della strada, le nostre intenzioni relativamente alle manovre che intendiamo effettuare, evitando così il verificarsi di incidenti stradali.

Per terminare, come comportarci trovandoci  di fronte ad una rotatoria a doppia corsia? Come previsto dal Codice della Strada, la regola è quella di percorrere la corsia libera più a destra, ma in caso di particolare intensità del traffico ci si può spostare nella corsia a sinistra e procedere per file parallele. Tutto ciò, ovviamente, azionando gli indicazioni di direzione segnalando per tempo utile la manovra di rientro nella corsia di destra per compiere le manovre necessarie per l’uscita dalla rotonda.
A questo punto e davvero concludo, credo di aver detto un po’ tutto o quasi su come dobbiamo comportarci nell’approssimarsi e nel transitare in una rotatoria, rammentando l’importanza di verificare con attenzione la segnaletica verticale ed orizzontale, con cui l’ente proprietario della strada ha inteso regolamentarla. Fermo restando, che al di sopra di ogni regola e norma, il buon senso e la ragionevolezza, non debbono mai mancare, ma prevalere su ogni altra cosa: dare la precedenza quando questa non sarebbe dovuta, in alcuni casi, oltre che dimostrare prudenza è un atto di civiltà e cortesia.
Quindi, al fine della salvaguardia della circolazione stradale, della nostra incolumità e delle nostre vite tutte, non servono leoni da volante, ma cervelli ed occhi attenti, che oltre a rispettare le regole, riescono a prevedere per tempo le possibili manovre scorrette di altri conducenti, evitando così d’imbattersi in spiacevoli conseguenze: questo è, a mio modesto parere, il vero buon guidatore.

 

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