Manuedda: “Si prenda atto dell’irrealizzabilità della proposta”.
Si è svolta martedì scorso la prima riunione della conferenza dei servizi convocata dalla Città Metropolitana di Roma Capitale a seguito della richiesta, da parte della società VIAMAR srl., di autorizzazione ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs. 152/06 per un impianto di messa in riserva (R13) di rifiuti speciali non pericolosi sito in loc. Monna Felicita a Civitavecchia.

Come già comunicato dall’Amministrazione Comunale in occasione della convocazione della conferenza, il progetto prevede la realizzazione di tre aree di stoccaggio di balle di combustibile da rifiuti (CDR) per un totale di 60.000 ton/anno e una capacità massima giornaliera di 5000 tonnellate, destinate ad essere inviate, dal porto di Civitavecchia, verso inceneritori e cementifici in Italia e all’estero, all’interno dell’UE e dell’OCSE.

 Nella riunione della conferenza, il dirigente delegato a rappresentare il Comune di Civitavecchia ha depositato il parere tecnico non favorevole dal punto di vista urbanistico-edilizio e il documento di delega, firmato dal Sindaco, con la posizione di univoca contrarietà dell’Amministrazione Comunale nei confronti del progetto all’esame della conferenza. Inoltre è stata evidenziata l’assenza di autorizzazione paesaggistica e sono state formalizzate, in particolare dagli uffici competenti della Città Metropolitana e dall’ARPA, richieste di chiarimenti sul tipo di operazioni che la società intenderebbe svolgere, sulle emissioni diffuse, sui tempi di permanenza dei quantitativi massimi giornalieri di rifiuti, sulla provenienza e sulla destinazione del CDR. Per i chiarimenti richiesti è stato assegnato alla società un termine di trenta giorni, ad esito dei quali si definiranno la prosecuzione dei lavori della conferenza e le relative scadenze.

“L’Amministrazione Comunale – dichiara l’Assessore all’Ambiente Alessandro Manuedda – ha già espresso in maniera chiara il parere contrario all’installazione di un deposito di combustibile da rifiuti a Monna Felicita e, per quanto ci riguarda, qualora la conferenza dei servizi dovesse proseguire, la nostra assoluta contrarietà sarà ulteriormente ribadita.

Ritengo francamente incomprensibile che la Regione Lazio, tramite le strutture competenti, oltre che come parte politica, non abbia ancora evidenziato l’incompatibilità con la pianificazione regionale in materia di rifiuti di un’infrastruttura dedicata a un’attività stabile di esportazione di combustibile da rifiuti. Accedere a una simile proposta – precisa Manuedda – significherebbe ammettere che la Regione Lazio non è stata in grado, nonostante la censura della Corte di Giustizia Europea del 2014, di creare una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione dei rifiuti.

Mi auguro vivamente – conclude Manuedda – che tutti, a cominciare dalla Regione Lazio, prendano atto dell’irrealizzabilità della proposta e che il procedimento possa chiudersi quanto prima con il parere negativo della conferenza dei servizi, che, com’è noto, decide a maggioranza, ma dove, com’è altrettanto noto, il parere della Regione è determinante”.

 

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