La curatrice del fallimento Privilege Yard, dottoressa Daniela De Rosa, questa mattina era stata convocata dal giudice Giuseppe Bianchi per ascoltare le rimostranze degli avvocati che assistono alcune aziende creditrici e che hanno dimostrato di avere riserve sui comportamenti della stessa e stanno aumentando di numero giorno dopo giorno.
Alcuni hanno chiesto addirittura la ricusazione e rimozione, altri invece hanno chiesto spiegazioni sul perché non avesse adottato alcuni elementari provvedimenti o meglio, spedito una banale lettera raccomandata.
La De Rosa ha presentato una memoria al giudice Bianchi per giustificare il proprio operato e si è lamentata del fatto di essere stata costretta a rivolgersi al magistrato inquirente perché molti documenti sono finiti inspiegabilmente nelle mani dei giornalisti.
Bene. La dottoressa, che è un avvocato, dovrebbe sapere che, a seguito della chiusura delle indagini preliminari (il famoso 415 Bis), i fascicoli e i documenti sono tutti, TUTTI, nella disponibilità delle difese e delle parti civili (forse una ripassata al codice di procedura penale non le farebbe male).
Detto questo andiamo alle contestazioni che gli avvocati dei creditori hanno mosso alla curatrice De Rosa.
La prima è legata alla mancata corrispondenza con la Barclays Bank.
Perché non avrebbe scritto una diffida e iniziato un’azione di responsabilità nei loro confronti?
Ci verrebbe voglia di non scrivere come si è difesa ma non possiamo non farlo per diritto di cronaca.
Avrebbe addotto una spiegazione che probabilmente entrerà a far parte delle cose più comiche accadute in ambito fallimentare.
Secondo la curatrice fallimentare, infatti, la relazione peritale dell’avvocato Antonio Longo non lascerebbe dubbi sul perché non adire nei confronti della Barclays.
Non sappiamo perché la De Rosa si sia affidata a questo legale, che ha una grandissima esperienza in ambito assicurativo, ma la relazione che ha partorito è degna di almeno un paio di articoli a parte. Anche noi che non siamo avvocati come la De Rosa ci siamo accorti di quanto quelle “considerazioni” siano strampalate e ripetitive.
Quando ha provato a difendersi con lo scudo Longo sono arrivati dei fendenti che l’hanno lasciata senza parole.
Per farvi capire il perché, torniamo alla motivazione principale di quell’incredibile, ripetitiva e confusa relazione che aveva come oggetto: Barclays Bank, lettera di garanzia, efficacia, responsabilità.
L’avvocato Longo avrà il suo da fare, secondo noi, per rispondere alle tante obiezioni che gli saranno mosse un po’ da tutti ma quella principale, che potrebbe essere definita una vera e propria castroneria, è quando tenta di far passare il signor Mario La Via come socio occulto della Barclays (leggete con i vostri occhi il punto 1.2):

longo-barclays-lavia

Bene. Se fosse stato un pochettino più accorto, l’avvocato Antonio Longo, avrebbe potuto perdere 5 minuti del suo prezioso e digitare quel nome che inizia con Privilege su internet, cliccare sul link camerale e scoprire chi fossero o chi sono i soci della Privilege Fleet Management One Ltd.
Visto che non l’ha fatto gli facciamo vedere noi come si fa!
Bastava cliccare QUI  https://services.gov.im/ded/services/companiesregistry/viewcompany.iom?Id=155038 e il gioco era fatto.
Siccome non l’ha fatto, lui, ha messo nero su bianco una vera e propria favola senza sapere che la Privilege Fleet Management One Ltd è di proprietà della Barclays Bank (e non di Mario La Via, coma da certificato della House of Commerce di Londra) che la gestisce tramite il suo ramo d’azienda, la Barclays Wealth and Trust (che non è quindi un Trust), amministrata da Mrs. Charlotte Murtagh, dirigente Barclays, carica confermata inspiegabilmente e questo dimostra il fatto che non ha letto minimamente le carte camerali, dall’avv. Longo nel Capitolo 8.5 delle sue considerazioni e che vi riproponiamo qui:

punto-8-punto-5

Dunque, alla luce di una cosa così palesemente falsa e sulla quale la dottoressa Daniela De Rosa si è tanto attaccata, in realtà cosa cela o peggio ancora, cosa c’ha da nascondere?
Perché tutto questo interesse a non coinvolgere la Barclays Bank a non cacciare i soldi che servirebbero e non poco a pagare un gran numero di creditori?
Nessuno vuol pensare male e credere nella poca preparazione della curatrice ma così facendo e comportandosi, i dubbi, sono sempre più forti.
Perché la curatrice, inspiegabilmente, è quasi indispettita dalle ingerenze dei piccoli creditori che bussano a cassa?
Per quali ragioni il giudice dottor Giuseppe Bianchi dovrebbe prendersi la responsabilità di avallare errori così macroscopici e dilettantistici commessi nel corso di questa istruttoria e dove spicca per “leggerezza” e imprecisione la relazione di Longo?
Lo scopriremo nei prossimi giorni perché, nel frattempo, anche il filone penale continua a marciare veloce e pare, il condizionale in questo caso è d’obbligo perché ancora non abbiamo le carte, ci saranno iniziative giudiziarie personali nei confronti della De Rosa proprio da parte di quei creditori che non si ritengono affatto soddisfatti dal suo comportamento.
Ovviamente il giudice Giuseppe Bianchi ha preso tempo e si è riservato di decidere nelle prossime 48 ore.

(Fonte: www.etrurianews.it)

 

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