“Restiamo basiti nel leggere le dichiarazioni rilasciate dal sindaco Cozzolino alla stampa locale sulla vicenda della procedura di trasferimento di azienda da Hcs a Csp. Affermare, come ha fatto il sindaco, che chi non firma presso la sede comunale non passerà alla newco costituisce un atto di estrema gravità. Forse è bene ricordare a Cozzolino che il trasferimento del ramo di azienda è disciplinato dalla legge. Nell’ambito di questa procedura, il trasferimento del personale non può essere condizionato da discriminazioni tra i dipendenti. Tutti i dipendenti hanno gli stessi diritti e devono pertanto essere trasferiti. Ogni singolo lavoratore del gruppo Hcs deve essere trasferito nella nuova società come stabilito dalla legge e anche dal giudice del fallimento che, lo scorso 19 aprile, ha accolto l’offerta irrevocabile della Csp Srl, disponendo di fatto il trasferimento. Non vale la legge del più forte: come fa il sindaco a dichiarare che  saranno trasferiti solo quelli che accettano le condizioni “proposte durante la riunione al Comune”? Perché nelle lettere di convocazione, consegnate in questi giorni ai dipendenti del gruppo Hcs, viene riportato testualmente che: “la sua mancata partecipazione all’incontro sarà intesa come manifestazione di non interesse al passaggio”? Tutti hanno il diritto di rinunciare, in modo volontario, all’accordo per il trasferimento, ma di certo non può essere costretto a farlo da atti intimidatori e fuori legge. Tra l’altro questo tuo di conciliazioni non solo avvengono in violazione dell’accordo sindacale siglato dal comune, visto che non è stato presentato alcun organigramma ne piano industriale ma anche la scelta della sede è sbagliata. Tali conciliazioni si dovrebbero omologare presso una sede protetta come quella della Direzione Territoriale del lavoro o presso la sede di uno dei sindacati firmatari del CCNL di riferimento è non di certo in Comune. Chiederò con un’interrogazione urgente al Ministro Del Lavoro se la procedura seguita dall’Amministrazione non presenti profili di illegittimità”.
Dichiarazione di Marietta Tidei (Pd)

 

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