2^ parte.
Nel nostro Paese, milioni di persone all’anno svolgono a vari livelli ed un po’ a tutte le età, attività sportive di diversa natura ed impegno, come nel caso di molti ragazzi in tenera età che vengono inviati dai propri genitori, ad
esempio al gioco del calcio, ma anche del basket, annoverati da qualche tempo, attività sportive di una certa violenza, poiché comunque in molti casi, comportano contrasti fisici con gli avversari, diversamente da altre discipline,
tanto per mero esempio come il tennis. I relatori hanno puntato la lente d’ingrandimento sull’importanza della medicina preventiva e quindi degli accertamenti ed esami clinici necessari al rilascio dell’attestazione medica di idoneità alla disciplina sportiva, che in Italia, pongono in capo al medico certificatore, l’espressione e la responsabilità dell’eventuale divieto ad una o più discipline sportive. Mentre in altre nazioni europee, il medico attesterebbe l’idoneità o meno, ma diversamente da quanto accade nel nostro Paese, sarà poi cura e responsabilità personale dell’atleta, ottemperare o meno alla prescrizione del sanitario.
Dal punto di vista preventivo, colgo l’occasione per sottolineare quanto più volte ribadito dai tecnici presenti nella giornata di studio in proposito ai controlli necessari, prima d’intraprendere qualsiasi attività sportiva, anche se
apparentemente non impegnativa e non pretendere dal medico un certificato di idoneità, come talvolta accadrebbe, tanto per avviare un figlio allo sport, senza preoccuparsi minimamente di ciò che potrebbe accadere al ragazzo,
qualora non siano stati messi in campo tutti i controlli che il medico riterrà necessari. C’è da dire che le associazioni e le società sportive, dovrebbero in primis verificare il possesso dell’idoneità medica ad esercitare l’attività sportiva e che nonostante le norme in materia pongono regole diverse alla loro presentazione, come pure del tipo di accertamenti
cui sottoporsi, a seconda delle categorie di sport e che in proposito si sta andando avanti di deroga in deroga, ma vi è la certezza, che in caso di morte o lesioni, sicuramente i responsabili delle organizzazioni, dovranno rispondere
quanto meno, di omicidio e/o lesioni colpose di vario grado, salvo essere chiamati a rispondere della circostanza più grave relativa al dolo.
(/segue).

 

image_pdfScarica articolo (pdf)image_printStampa articolo
Quanto ti piace?

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com