“Il parere negativo della commissione di Via (Valutazione impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente non ci fa cambiare idea: sosteniamo ora, come sostenevamo già un anno fa, che il tracciato verde sia quello migliore per il completamento della Trasversale”. Fabio Belli, delegato alle infrastrutture della sezione viterbese di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) interviene sull’argomento, a pochi giorni dalla decisione che rischia di compromettere la realizzazione dell’opera. “Nel primi del 2016 – ricorda Belli – come Comitato direttivo di Ance Viterbo ci riunimmo per valutare il tracciato più fattibile tra il viola che, passando a nord di Monteromano e poi nella parte collinare della Valle del Mignone, va a innestarsi nell’attuale autostrada tirrenica (progetto sostenuto dal Comune di Tarquinia) e il tracciato verde che invece passa a sud di Monteromano, scende nella parte bassa della valle del Mignone e si innesta nell’attuale autostrada (sostenuto da Anas). In quell’occasione considerammo il tracciato verde come il più praticabile ed io poi in una intervista proposi di attivare in sede di Via la compensazione paesaggistica, cioè la possibilità di presentare dei progetti di riqualificazione ambientale da parte di associazioni o dello stesso Comune di Tarquinia, da far finanziare a compensazione del danno subito. Se ciò fosse stato fatto, è probabile che la commissione tecnica di Via avrebbe espresso parere positivo”.

Continua Belli: “Il costo dell’opera è importante, soluzione alternative al verde come il tracciato viola farebbero lievitare enormemente i costi (circa 290 milioni di euro),  essendo questo tracciato di fatto costituito da un susseguirsi di gallerie, cosa ch in mancanza di fondi aggiuntivi a quelli già stanziati significherebbe l’impossibilità della realizzazione della Trasversale. Va tenuto conto inoltre dei tempi di realizzazione; è chiaro che un tracciato con più gallerie richiederebbe tempi più lunghi”. Per il delegato alle Infrastrutture “ci sono anche altri aspetti da considerare: un tracciato che è composto da una serie di gallerie ha dei costi gestionali annui molto più alti rispetto al tracciato realizzato all’aperto. Il tracciato verde, inoltre, sarebbe anche molto più sicuro: un incidente stradale, per esempio, è più facile da gestire a cielo aperto che in una galleria, per non parlare dei danni e difficoltà di intervento in caso di incendio divampato all’interno della stessa”.

Conclude Belli: “Una cosa infine credo sia importante mettere in evidenza: salvaguardare il paesaggio non significa automaticamente salvaguardare l’ambiente, anzi. Il tracciato viola, che di fatto rimane in parte nascosto in quanto percorre una serie di gallerie, è sì meno impattante sotto l’aspetto paesaggistico, ma sappiamo che le gallerie sotto l’aspetto ambientale incidono nel loro complesso in modo molto negativo. I tunnel spesso interrompono il reticolo idrogeologico sotterraneo, per non parlare di quanto energia succhiano per il loro funzionamento, da quella necessaria per illuminazione a quella per alimentare i sistemi di ventilazione che rimangono accesi giorno e notte per 365 giorni l’anno. Per tutti questi motivi, perciò, come Ance continuiamo a sostenere il tracciato verde e riteniamo che sia opportuno capire quali siano state le motivazione che hanno portato al parere negativo. Rilanciamo con forza l’idea di inserire le compensazioni paesaggistiche ed ambientali nel progetto, al fine di superare quanto prima questa situazione e far partire i lavori per il completamento di questa importantissima infrastruttura”.

 

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