Il resoconto del servizio di igiene urbana a Ladispoli nel 2016 si chiude con risultati al di sopra di ogni aspettativa. La percentuale di differenziazione si attesta al  74% record del Lazio per le città delle nostre dimensioni. Basti pensare che, parlando di città metropolitane, Milano è al 54% e Roma al 40% e vale la pena ricordare che l’Europa si è posta l’obiettivo del 65% entro il 2020.

Il risultato di Ladispoli ha diverse spiegazioni: l’adesione di gran parte dei cittadini al metodo di raccolta, il forte investimento in mezzi e personale della ditta Massimi, appaltatrice del servizio, la professionalità dei componenti dell’Ufficio Igiene del Comune e del Delegato al settore.

Hanno contribuito al risultato anche l’ampliamento di alcuni servizi rispetto all’appalto iniziale: l’estensione alle campagne dello stesso servizio espletato nel centro urbano, l’assimilazione anche dei rifiuti delle utenze non domestiche, l’aumento del servizio nelle ore pomeridiane nelle zone di più estesa presenza di traffico pedonale e automobilistico.

Per quanto riguarda la tariffa Tari, diminuita nel 2016, è pienamente nella media delle tariffe regionali: più bassa nettamente rispetto a quella di Roma, ad esempio, di Fiumicino e in linea con quella dei comuni a noi confinanti.

Ma in nessuno di questi comuni, va ripetuto, la qualità del servizio ha raggiunto gli standard europei di Ladispoli. Ci sono comuni che non hanno isole ecologiche a norma, altri che mantengono ancora i cassonetti in molte zone del  loro territorio, altri che non hanno ancora iniziato la raccolta differenziata.

Di fronte a tutto questo appaiono incomprensibili le dichiarazioni al alcuni esponenti politici e di alcuni organi di informazione, che provano a fare confronti tra Ladispoli ed altri comuni dove il percorso della differenziata non è arrivato nemmeno alla metà, dove non ci sono isole ecologiche a norma, dove nelle campagne non c’è il servizio simile a quello urbano.

Qualcuno ha provato a fare paragoni con i costi del servizio degli anni quando si portava tutto nella grande collina di Cupinoro (inquinando) e quando non c’era nessuna isola ecologica a norma.

Paragoni improponibili: oggi Ladispoli non inquina nemmeno con un chilo di rifiuti, porta tutto ad impianti che riciclano e riconvertono. Purtroppo gli impianti sono per la maggior parte fuori dal Lazio e questo impedisce una ulteriore riduzione dei costi, possibile con una differenziata spinta.

Tra l’altro, per sapere se la Tari di Ladispoli è alta o bassa i cittadini possono verificare quelle degli altri comuni del comprensorio.

 

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