VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL’UNIVERSO FEMMINILE.
PROSEGUONO GLI INCONTRI DI EDUCAZIONE ALLA SALUTE CON LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE E PREVENZIONE  SVOLTA ALL’ISTITUTO ALBERGHIERO, IN COLLABORAZIONE CON L’ASSOCIAZIONE “IL SALOTTO ROSA”.

Due giorni all’insegna della prevenzione e dell’educazione alla salute, due incontri dedicati alle studentesse dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli, per apprendere l’autopalpazione e i principali strumenti di diagnosi delle neoplasie mammarie.
Il 14 e il 21 Novembre Marina Di Giallorenzo, Paola Alessandra Mezzogori e Giovanna Todaro, dell’Associazione “Il Salotto rosa” hanno spiegato alle allieve come imparare a conoscere il proprio corpo e a prendersene cura.
L’Associazione, sorta da due anni, opera a Ladispoli, Cerveteri e Bracciano, organizzando iniziative di larga risonanza, per diffondere un’ adeguata cultura della prevenzione primaria e secondaria.
“Sta cambiando l’età in cui la malattia si manifesta, – ha dichiarato Marina Di Giallorenzo, Presidente del “Salotto rosa” – ulteriore motivo per sensibilizzare le studentesse alla cultura della prevenzione come metodo di vita, rendendole già protagoniste della tutela della propria salute. Occupandosi la nostra Associazione di “ferite nel femminile”,  l’obiettivo è quello di  invitare le adolescenti ad un vero e proprio viaggio dentro se stesse, alla scoperta del sacro che vive in loro”.
“Innanzitutto – ha spiegato la psicologa Paola Alessandra Mezzogori – è nostro dovere sottolineare l’importanza di una sana alimentazione e di un corretto stile di vita (l’Associazione promuove anche iniziative ed attività sportive – come la “Veleggiata in rosa”, manifestazione inserita nel calendario di  “Etruria in vela”, nell’ambito dell’evento “Ladispoli in rosa”). In secondo luogo, l’obiettivo è quello di guarire soggetti che presentino un danno biologico già in atto, prima però che la malattia si manifesti clinicamente. Strumento principale della prevenzione secondaria è, appunto, la diagnosi precoce”.
Il carcinoma alla mammella rappresenta il tumore più frequente e la prima causa di mortalità oncologica nella popolazione femminile. In Italia, le donne che hanno avuto un tumore al seno sono oltre 690.000. 12.000, ogni anno, le vittime, ma la mortalità è in continuo calo: diminuisce ogni dodici mesi dell’1,4%, grazie all’efficacia delle nuove terapie e alle campagne di sensibilizzazione e prevenzione. Attualmente, la sopravvivenza media, a cinque anni dalla diagnosi, è dell’87%.
“E’ di estrema importanza operare quotidianamente nella scuola per favorire un’efficace promozione della salute – ha affermato la Prof.ssa Giovanna Albanese, Docente dell’Istituto Alberghiero, Referente del Progetto – L’informazione è il primo strumento da mettere in campo. Potrà sembrare strano, ma le ricerche riguardanti le giovani donne dimostrano come esistano ancora molti tabù ed altrettante lacune in fatto di conoscenza dell’anatomia femminile”. Secondo i dati forniti dall’Ente britannico di ricerca “The Eve Appeal”, una donna su dieci si sente in imbarazzo anche solo all’idea di chiedere aiuto ai medici per quel che riguarda i problemi ginecologici e una su 3 non si è mai sottoposta ad una visita specialistica per la medesima ragione.
Nel corso degli incontri, la Dott.ssa Giovanna Todaro, ostetrica, ha guidato  le ragazze in un viaggio alla scoperta del proprio corpo, insegnando la tecnica dell’autopalpazione. “E’ stato uno spazio aperto alle domande delle allieve, che ha visto anche la presenza di alcune membre dell’Associazione”. Per capire, invece, come biologia, psicologia e cultura possano intrecciarsi, contribuendo a determinare il benessere e la felicità di una donna, Marina di Giallorenzo ha avvicinato le studentesse all’universo femminile: “un insieme di sogno, silenzio, gioco, intimità e danza. – ha concluso Marina Di Giallorenzo – Un mondo chiuso e perfetto, unico e protetto. Una donna che dimentica chi è e rinuncia a ciò che vuole, ha scritto la psicoterapeuta Paola Guarino, può sviluppare un profondo stato di sofferenza, con il rischio di manifestare veri e propri sintomi clinici. Se la sua bocca resterà muta, sarà il corpo a parlare. Con il linguaggio della malattia”.

 

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