(Quarta Parte)

Secondo la norma, in materia di sicurezza urbana, il sindaco può inoltre adottare specifiche ordinanze con particolare riferimento alla vendita degli alcolici, ma anche relativamente ad interventi che possano riguardare situazioni di grave incuria del territorio, dell’ambiente e/o di altra natura.
Prevista anche una sorta di DASPO da parte del sindaco stesso, per mezzo dell’adozione di apposite ordinanze di allontanamento, che, salvo emendamenti in fase di conversione in legge, nel caso che questa sia violata, dovrebbero prevedere una sanzione pecuniaria, da 100 a 300 euro. Questi proventi, dovranno essere poi esclusivamente destinati a specifici interventi di recupero delle zone urbane degradate delle stesse città in cui sono stati accertati gli illeciti.
Nel Decreto è previsto inoltre, che il questore possa disporre il Daspo per spacciatori che siano stati condannati in via definitiva o in appello, vietando ad essi di accedere a locali pubblici o a pubblici esercizi nei quali gli stessi abbiano commesso gli illeciti.
Il Decreto Legge interviene anche sul reato di Deturpamento e imbrattamento di cose altrui (art. 639 c.p.) aggiungendo, dopo il quarto comma, il seguente: “con la sentenza di condanna per i reati di cui al secondo e terzo comma il giudice, ai fini di cui all’articolo 165, primo comma, può disporre l’obbligo di ripristino e di ripulitura dei luoghi ovvero, qualora ciò non sia possibile, l’obbligo a sostenerne le relative spese o a rimborsare quelle a tal fine sostenute, ovvero, se il condannato non si oppone, la prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate nella sentenza di condanna”.
Avviandomi verso la conclusione, inevitabilmente non posso non nutrire alcuni dubbi e  perplessità sull’effettiva bontà della norma, nel caso in cui questa sia convertita in legge così come attualmente articolata nel D.L..
In prima analisi, si fa accenno ad una sorta di patti per la sicurezza. Come accennato sopra, già da molti anni i governi che si sono sussegui hanno legiferato in proposito, con risultati non sempre così soddisfacenti, tanto che il degrado delle città, specie nelle loro periferie, non mi risulta sia stato contrastato con l’efficacia necessaria, se non addirittura, aumentato in maniera considerevole. E per questo, favorendo anche, il generarsi dei così detti “luoghi non luoghi”, così come ebbe occasione di definirli l’antropologo francese Marc Augé, con la conseguente perdita della centralità e dell’identità di un luogo, fattore questo, che caratterizza molte periferie urbane nella società della post-modernità, metropolitana e globalizzata.

 

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