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Cosa sono e chi sono? Come agiscono e perché uccidono?

(Sesta Parte)

Missionari, omicidi rituali e Muti Murders:
Questi omicidi sono intesi come una missione. Ad esempio, letteralmente “ripulire la società” da una certa categoria, come prostitute, o membri di determinati gruppi etnici, fanatici religiosi, politici. Questi killer, sono soliti lasciare messaggi con il fine di rivendicare e motivare le proprie azioni ed in alcuni casi pensano addirittura di ricevere dei poteri magici dalle uccisioni commesso.
Edonistici: uccidono con il solo scopo di provare piacere, amano cacciare la vittima, (quest’ultimo fattore ci riporta allo stalker,  ma che a differenza dal seriale, prende solitamente di mira un’unica vittima), torturare e violentare; sono sadici, necrofili, cannibali e possono trovare anche piacere  di natura sessuale nello sparare a coppie appartate. A tal proposito, il riferimento potrebbe riportarci indietro nel tempo, sino alla famosa e tristissima storia del “mostro di Firenze”, a mio parere, ad oggi tutt’altro che completamente risolta.
Dominatori:  esercitano il loro potere sulle proprie vittime, traendone per questo autostima, (inconsciamente o consciamente), in una sorta  di compensazione degli abusi subiti dal killer stesso nell’infanzia o nella vita adulta.
Angeli della morte: Sono detti anche angeli della misericordia. Agiscono in ambito medico, ed anche in questo caso, in Italia abbiamo avuto delle vicende eclatanti, saltate alle cronache dei media. Iniettano sostanze letali ai pazienti di cui si prendono cura. Sono soliti dichiarare di agire nella convinzione di liberare le loro vittime dalle sofferenze, le quali presentano a loro parere, malattie terminali ed irreversibili, ma in realtà sono mossi dal desiderio di decidere della vita e della morte altrui. Ciò è provato dal fatto che non poche delle loro vittime siano poi risultate in condizioni di salute non così gravi al momento dell’omicidio. Le vittime sono indistintamente neonati, bambini, anziani o invalidi. Ci sono casi, in cui i pazienti non vengono uccisi, ma posti deliberatamente in pericolo di vita, per poi salvarli e guadagnare in questo modo l’ammirazione dei colleghi.

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