Grotta delle Nottole2017-vistadall'interno

Anche quest’anno tra il 5 e il 30 giugno la Grotta delle Nottole in località Fondarca, presso Pieia, nel comune di Cagli (PU) è stata protagonista di scavi archeologici da parte del Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo su concessione della Soprintendenza Archeologica delle Marche. La grotta, collocata sul Monte Nerone nelle Marche settentrionali, costituisce un contesto importante per la conoscenza delle cavità naturali utilizzate a scopo religioso dalle popolazioni dell’età del Bronzo dell’ Italia centrale. Dopo le prime ricerche condotte tra il 2001 e il 2005 dall’Università della Tuscia, le indagini furono riprese nel 2013 ed oggi dirette dal prof. Gian Maria Di Nocera. Gli scavi hanno confermato una utilizzazione del sito dall’età del Bronzo Antico fino al Bronzo Recente, periodo compreso tra il 2300 e il 1200 a.C. La cavità si pone in relazione al gruppo di grotte preistoriche della gola del Sentino, con elementi che suggeriscono rapporti anche con la fascia medio-tirrenica. La campagna 2017 ha avuto come obiettivo l’ampliamento dell’area di scavo soprattutto nella zona adiacente all’ingresso confermando la frequentazione periodica della grotta. Nella cavità non sono state messe in luce né sepolture né strutture abitative, mentre continuano ad essere documentati numerosi focolari, che rappresentano la caratteristica principali del sito. E’ probabile che questo ambiente naturale fosse stato scelto per incontri conviviali o per attività di culto svolte in forma periodica, probabilmente in specifici periodi dell’anno. Le ossa di caprovini, bovini e suini con chiare tracce di macellazione e pertinenti a selezionate parti del corpo dell’animale, confermano questo aspetto.
La grotta fu frequentata anche in epoca romana, con le stesse dinamiche dei loro predecessori preistorici, ma questa volta utilizzando soprattutto la zona vicino all’ingresso. Le testimonianze archelogiche suggeriscono un uso della grotta da parte dei romani in un periodo compreso tra la fine del III secolo a.C. fino al III d.C. Mentre fino ad ora non sono state documentate tracce di epoca medievale.
Complessivamente le ricerche archeologiche sistematiche condotte dal 2001 ad oggi hanno esposto un’area di circa 100 mq, una superficie molto estesa se si pensa al tipo di contesto. Sul cantiere hanno svolto il loro tirocinio di formazione laureandi in archeologia delle Università di Viterbo e Ferrara, specializzandi della Sapienza Università di Roma, inoltre l’equipe è stata integrata da archeologi e geologi che collaborano direttamente alla ricerca.
Fondarca è un luogo magico conosciuto dagli escursionisti e dagli amanti della natura per un imponente arco naturale, relitto di un’antica grotta crollata appartenente al vasto sistema carsico della zona. La Grotta delle Nottole, collocata a pochi metri dall’arco, è parte integrante di questo suggestivo paesaggio costituito da ripidi pendii e profonde vallate. Il silenzio di questo ambiente è interrotto solo dallo scorrere naturale dell’acqua proveniente da piccole cascate formatesi da risorgive del sottostante fiume Giordano.
Il Progetto Fondarca, così viene definito presso l’università viterbese, ha come obiettivo, oltre la ricerca di base e la formazione di nuove leve di archeologi, quello di sostenere iniziative di valorizzazione del territorio, in sintonia con l’Assessorato per i Beni e le Attività Culturali-Sport e Turismo del Comune di Cagli, il cui attuale responsabile è l’assessore Maria Assunta Valeri,  e in accordo con la Soprintendenza Archeologica delle Marche. Il Museo Archeologico e della via Flaminia di Cagli ospiterà le testimonianze preistoriche della grotta e sul luogo informazioni specifiche renderanno gli itinerari escursionistici già esistenti più ricchi e apprezzati.

 

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