“Gramigna, volevo una vita normale”, al cinema con Unicef

UNICEF   ITALIA  organizza  attraverso  i Comitati  UNICEF  di tutta Italia i matinée del  del film “Gramigna, volevo una vita normale”, per contrastare  la lotta  alla legalità .

Il Comitato Provinciale  UNICEF di Civitavecchia e  Litorale Roma-Nord   organizzerà le proiezioni  presso il Cinema Buonarroti se  i Presidi  degli istituti scolastici superiori aderiranno.

Il Comitato UNICEF  di CIVITAVECCHIA   ha  inviato  la  proposta  ai Dirigenti scolastici degli istituti superiori,  e  alle  scuole  che hanno aderito alla   proposta didattica  2017/2018  “ VERSO UNA  SCUOLA  AMICA”. pe si Preghiamo cortesemente  i Presidi di comunicare, se  decidono di partecipare,    la richiesta  con il nome dell’istituto scolastico, il numero  degli alunni e  accompagnatori  a: Comitato.civitavecchia@unicef.it
Sarà cura  dell’  UNICEF  ITALIA    mettersi tempestivamente in contatto con la produzione del Film con la quale ha instaurato la collaborazione, il protocollo d’intesa  ed ha concesso l’utilizzo del logo UNICEF ,  calendarizzare  i matinée.
Il film è già uscito nelle sale a fine novembre. Per  le  scuole sarebbe utile sviluppare un lavoro sulla “lotta alla legalità” (come contenuto anche nella  proposta didattica 2017/2018 dell’UNICEF ITALIA ) .

Abbiamo possibilità, organizzando la visione del film nelle matinée, di fare anche raccolta fondi per UNICEF. Infatti, attraverso  un   protocollo di intesa, per ogni biglietto di proiezione matinée andrà all’UNICEF 1€ -UNO EURO).

 Il film, tratto dal libro “Gramigna” scritto da Luigi Di Cicco e Michele Cucuzza, narra la storia di Luigi….
“Mi chiamo Luigi Di Cicco, ho 38 anni e sono di Lusciano, un paesino dell’agro aversano, in provincia di Caserta. Poco meno di diciottomila abitanti, è una comunità di famiglie dove ci si conosce tutti: Lusciano è un luogo che amo e che porterò sempre nel cuore. Nella mia vita ho fatto tanti lavori: il commesso, il manovale, il camionista … Mi sono imbarcato sulle navi, ho scaricato mobili. Oggi sono un commerciante. Ma il destino che da sempre mi aspettava era un altro. Sono nato in una famiglia che faceva valere, nel mio paese e in gran parte del territorio circostante, le regole d’onore, i principi e il rispetto di strada. E quando nasci e cresci in una realtà di questo tipo non è semplice imboccare un cammino diverso. Racconto la mia vita perché possa servire da esempio a tutti i ragazzi, non solo a quelli della mia terra. Mi rivolgo in particolare ai giovani del Sud perché lì è più diffusa la malapianta delle mafie. Vorrei che, proprio come è successo a me, capissero quanto è importante la strada per il bene, della libertà e dell’amore per la vita.
Luigi è figlio d’arte. Suo padre è un boss della camorra, un pezzo grosso, uno di quelli che contano nell’aversano. Dalle sue parti, con quelle credenziali, potrebbe essere padrone incontrastato. Ma lui non ne vuole sapere. Troppo vivo e amaro il ricordo degli anni di infanzia, con il padre sempre in galera e la geografia imparata andando in visita nelle carceri di massima sicurezza in tutta Italia, con i Natali a toni smorzati, solo con donne e cugini, perché tutti gli uomini della famiglia o erano latitanti o in prigione. Quando le irruzioni all’alba della polizia o i parenti morti in agguati non li vedi sullo schermo ma li hai in casa, puoi crescere senza poterne fare a meno, o cercare di starne lontano il più possibile. Luigi ha scelto la seconda strada, dicendo tanti no, poi qualche si, poi ancora no no no, fino a costruirsi una vita pulita e dignitosa.
Questo vuole dire ai figli di Scampia e a tutti gli altri, una vita diversa è possibile, ed è molto più bella.”

Il Film “Gramigna” narra attraverso la splendida interpretazione degli attore e un ottimo lavoro da parte del regista Sebastiano Rizzo, appunto, la storia di un ragazzino, Luigi, figlio di Diego, uno dei più potenti boss della malavita campana, che ancora oggi sta scontando l’ergastolo e che Luigi ha visto solo in galera. Luigi è costretto a fare i conti costantemente con una realtà che si divide tra bene e male, conteso tra “tentatori” (ricchi e persuasivi malavitosi) e “angeli custodi” (la madre Anna e Vittorio, l’amato allenatore di calcio).  Questi ultimi, cercano di mettere in guardia Luigi dai rischi del malaffare, dalla pericolosità di cedere alle provocazioni e inoltre lo spronano a studiare e a lavorare, facendogli capire il valore della famiglia, della serenità e, soprattutto, della libertà. Il senso d’impotenza che Luigi prova ogni volta che assiste all’umiliazione dei commercianti della sua terra da parte della malavita, fa crescere in lui un desiderio di riscatto per quella gente e quella terra. Così, crescendo e lottando dolorosamente contro se stesso, vivendo costantemente in uno stato di profonda solitudine e rabbia, riuscirà a risorgere e ad estirpare dalla sua mente, come una gramigna appunto, ogni forma di tentazione che potrebbe costargli quella libertà che conquisterà a sue spese, sperimentando il dolore e l’umiliazione del carcere: nulla può essere barattato se non con la stessa libertà. Grazie, quindi, alla sua grande voglia di riscatto, diventerà un commerciante e si dedicherà con grande entusiasmo al civile, in particolare la sua attenzione sarà rivolta a quei commercianti che, più volte, aveva visto umiliati e feriti non solo nel corpo, ma anche nella dignità, dalla sua stessa famiglia. Finalmente potrà fare qualcosa per loro, potrà lottare insieme a loro, contro la criminalità. Ma non solo: lottare per il riscatto dei ragazzi del Sud, difendere quella bella terra “sfregiata” che resiste al potere della malavita, sperando che la sua storia possa essere da esempio ai tanti giovani, che sognano di estirpare, come lui, la gramigna dal loro “status”, per diventare uomini migliori.

LA VISIONE DI QUESTO FILM E’ CONSIGLIATA AI RAGAZZI DI ETA’ SUPERIORE AI   14  ANNI.