Mercoledì 5 dicembre 2018: gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli visitano le Cantine Banfi di Montalcino, accompagnati dai docenti Michele Comito, Renato d’Aloia, Donatella Di Matteo, Bruno Mazzeo e Fulvio Papagallo e accolti da Michela Dominici, Hospitality manager dell’Azienda.

Nota in tutto il mondo per il famoso Brunello di Montalcino, la tenuta vitivinicola toscana di Castello Banfi, adagiata tra i fiumi Orcia e Ombrone, nasce nel 1978 per iniziativa dei fratelli italo-americani John e Harry Mariani. Da Teodolinda Banfi a Cristina Mariani, la storia della famiglia si intreccia, fin dagli esordi, con quella dell’Italia.

“La tradizione non consiste nel mantenere le ceneri, ma nel mantenere viva una fiamma”: è questa sintesi fra passato, presente e futuro, condensata nella riflessione di Jean Léon Jaurès, ad ispirare la filosofia delle Cantine Banfi.

A fare la fortuna dell’azienda Banfi, il combinato disposto di più fattori: un microclima ideale (alto indice di insolazione ed elevata ventilazione), una invidiabile ricchezza del suolo e una straordinaria capacità imprenditoriale, basata da sempre sull’impiego responsabile delle risorse e sulla tutela della biodiversità. Il nome del brand è legato a Teodolinda Banfi, adottata dalla famiglia Ratti di Milano e governante del Cardinale Arcivescovo Achille Ratti, destinato a diventare, nel 1922, Papa Pio XI. Teodolinda Banfi seguì Achille Ratti anche a Roma e fu la prima donna laica a varcare le porte del Vaticano.

Grande esperta di cucina e profonda conoscitrice di vini, sarà lei ad avvicinare il nipote Giovanni F. Mariani Sr. al mondo enogastronomico di più alto livello. Fu poi la volta di John e Harry e quindi di James e Cristina. E’ quest’ultima a coordinare in prima persona le attività di Banfi fra Italia e Usa, curando in modo particolare la ricerca dell’eccellenza e riuscendo ad ottenere per il marchio (prima cantina al mondo) le certificazioni di Qualità, Gestione Ambientale e Responsabilità Sociale (ISO 9001, ISO 14001 e SA 8000). Pionierismo, ricerca, innovazione e sostenibilità: sono questi i quattro pilastri che hanno sostenuto la storia della Banfi. “Come azienda il cui prodotto proviene dalla terra, sappiamo che il nostro successo va di pari passo con il rispetto per l’ambiente. afferma Cristina Mariani May Il nostro operare in modo sostenibile deve continuare ad evolversi, tenendo conto del fatto che ogni azione deve essere socialmente equa, sicura per l’ambiente ed economicamente sostenibile”.

“Tracciare la strada per primi, esplorare nuove frontiere, guardare al futuro pur restando ben ancorati alle tradizioni e alle origini, questo – spiegano dalle Cantine – è lo spirito che ha sempre guidato le scelte di Banfi che, fin dall’inizio, ha creduto nelle enormi potenzialità vitivinicole del territorio di Montalcino e del suo vitigno simbolo, il Sangiovese”. E il 2018 è stato anche l’occasione per festeggiare i 40 anni dalla fondazione (1978), con una serie di iniziative in Italia e nel mondo. Il primo evento ufficiale si è tenuto a Siena, seguita da Roma, Strevi (sede della cantina piemontese di Banfi), Firenze, Zurigo, Berlino, Mosca, Milano, Napoli, Shanghai, Hong Kong e, per finire, New York.

200 operai fra interni ed esterni in un’azienda inserita in un contesto senza eguali: sullo sfondo il suggestivo Castello trecentesco di Poggio alle Mura (oggi Castello Banfi) ed il suo borgo rurale. Nel 1979, ad un solo anno di distanza dalla fondazione di Castello Banfi a Montalcino, viene acquistata la storica cantina piemontese Bruzzone, oggi Banfi Piemonte. Ma l’amore per  la Toscana ha recentemente avvicinato Banfi a nuovi territori, tra i più vocati della regione: Bolgheri, Maremma e Chianti.

“Il nostro rapporto con le Cantine Banfi – ha sottolineato il Prof. Renato D’Aloia – è iniziato cinque anni fa. Per un Istituto Professionale Alberghiero, è essenziale la conoscenza delle realtà produttive di eccellenza del nostro territorio. Questa è una prima straordinaria tappa di un lungo viaggio alla scoperta del successo italiano in Europa e nel mondo”.

E mercoledì 5 dicembre gli studenti dell’Istituto Professionale di via Federici hanno potuto osservare da vicino i processi della vinificazione e i segreti dell’eccellenza vitivinicola basata su una consolidata filosofia: dalla scelta delle uve (rigorosamente raccolte a mano) alla selezione degli acini, fino alla fermentazione in tini compositi (realizzati in legno e acciaio), che consentono una gestione ottimale delle temperature.

Alla scelta dei legni l’azienda Banfi dedica da sempre un’attenta ricerca: il rovere francese proviene dai boschi di Alliers, Nevers, Fontainebleu, Tronçais e viene poi fatto stagionare nella tenuta del Castello. Assemblate le barriques, comincia la tostatura, per un periodo  – spiegano alla Banfi  – più lungo rispetto alle consuete tempistiche seguite, per ottenere risultati di maggiore uniformità.

Non solo vino, però. A Castello Banfi si producono anche raffinati oli extravergine, confetture e salse.

C’è poi il Museo della Bottiglia e del Vetro, che espone antichi contenitori e recipienti, caraffe, bicchieri, vasi e balsamari datati dal V secolo a. C. ad oggi. Nel suo genere, una delle più vaste collezioni private del mondo. Banfi è da sempre vicina al mondo della cultura, dell’arte e della storia. Solo per citare una delle ultime iniziative, ad ottobre è stato presentato il progetto inerente il restauro e lo studio di Brunella, la balenottera pliocenica rinvenuta a Poggio alle Mura nel 2007 e risalente a circa 4 milioni di anni fa: un intervento di scavo e restauro  attualmente in corso presso il cantiere-laboratorio di Castello Banfi, accompagnato da uno studio scientifico multidisciplinare condotto in collaborazione con varie Università.

Una realtà, quella dell’Azienda Banfi, sempre attenta anche al mondo delle scuole e della formazione. Del resto la Banfi, attraverso la famiglia Mariani, è partner della Cornell University di Ithaca, nello Stato di New York. Si è laureato qui John Mariani, proclamato “Uomo dell’anno” italoamericano nel 2001, dalla Fondazione Sons of Italy, che premia coloro che si sono distinti particolarmente nel loro ambito di attività. “Banfi, sin dalla sua nascita – spiegano all’Azienda – si è sempre dedicata all’educazione e alla formazione sul vino, rivolgendosi ai consumatori, ai professionisti del settore e agli studenti. Insegnare la storia e le tappe della vinificazione significa gettare le basi per un consumo consapevole”.

Federica Sbrana
Ufficio Stampa Istituto Alberghiero di Ladispoli
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