A seguito della denuncia dei consiglieri Grasso e Piendibene. La presidente Riccetti sentita dai Carabinieri su quanto emerso in consiglio comunale.
L’affaire “forno crematorio” continua a far parlare la città tutta: ora siamo alla denuncia in procura (fatta dai consiglieri Grasso e Piendibene) perché l’intera opera è viziata da un atto della giunta non conforme (nelle date almeno) alla verità: la data di avvio delle opere è il 21 luglio, prima del rilascio della paesaggistica. Dopo il sopralluogo dei tecnici della Regione, il perito della Procura
ha acquisito gli atti presso gli uffici dell’Urbanistica. Come si può leggere dal cartello affisso all’ingresso del cantiere, infatti, il titolo che sostituisce la concessione edilizia, trattandosi di un’opera pubblica del Comune, è la famigerata delibera di Giunta numero 95 del 14 luglio 2016. Proprio l’atto è oggetto della denuncia per un presunto falso in atto pubblico per l’inesistenza, alla data della delibera, della autorizzazione paesaggistica richiamata nell’atto e scambiata con il parere della soprintendenza
alle belle arti e paesaggio.

 

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