Finalmente in discussione presso il Tribunale amministrativo il ricorso di Civitavecchia C’è.
Intanto arrivano le conferme che le linee di produzione in costruzione sono 4 per circa 9000 cremazioni annue: sembra che la ditta accetti solo la metà.
Quest’ultimo fatto costituisce il motivo principale per cui, essendo oltretutto il cuore dell’impianto produttivo proprio nei locali al piano inferiore, la cubatura dell’interrato, pari a 1806 metri cubi, come riportato nella relazione del progetto definitivo, è totalmente eccedente rispetto ai 920 metri cubi autorizzati con il piano generale del cimitero del 1990 e impegnati dai 919,94 metri cubi sviluppati dalla costruzione al piano terra del tempio crematorio. E’ in sostanza quanto affermato nell’esposto presentato nei mesi scorsi da Civitavecchia c’è e dai comitati cittadini. E’ di fatto ciò che ha portato alla variazione del progetto
durante l’iter, rispetto al preliminare: inizialmente, infatti, erano previsti 2721 metri cubi tutti su un piano. E’ questo il presunto abuso urbanistico denunciato più volte, sul qual sta lavorando anche il perito nominato dal sostituto procuratore della Repubblica di Civitavecchia Delio Spagnolo, titolare dell’inchiesta, accorpata con il fascicolo aperto in seguito alla denuncia dei consiglieri comunali Massimiliano Grasso e Marco Piendibene che partiva dal presunto falso in merito all’autorizzazione paesaggistica allora inesistente, contenuto nella delibera di giunta numero 95 del 14 luglio 2016.
Mentre in città girano voci di presunti dietro front di ditta e Comune sulle linee ( 2 e non più 4) del Forno stesso, è prevista
per Martedì 14 p.v. la sentenza del TAR sul ricorso di Civitavecchia C’è. Ancora pochi giorni e vedremo!

 

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