A cinque anni dalla determina regionale che ha causato il caos in città sollevando la questione degli Usi Civici, l’Agraria finalmente inizia a riconoscere i propri errori. Sono moderatamente soddisfatto di questo parziale cambio di rotta, che dubito ci sarebbe mai stato se alcuni cittadini non avessero fatto otto ricorsi al Commissariato per gli Usi Civici e se il Comune non si fosse costituito ad adjuvandum dei ricorrenti nominando anche un proprio perito demaniale. Nell’incontro organizzato ieri (13 settembre 2018) dall’Università Agraria presso il teatro dei Salesiani, il loro perito demaniale ci ha mostrato gli esiti del suo lavoro sugli Usi Civici a Civitavecchia. Dalla sua perizia sono stati spostati i confini delle aree gravate da usi civici verso l’entroterra, liberando dai vincoli alcune aree cittadine. Va fatto notare che questa nuova cartografia non risolve il problema per tutti i cittadini coinvolti, circa la metà di loro continua ad abitare in zone demaniali. Inoltre, la determina regionale A07844 è ancora efficace e quindi per ora valgono le precedenti tavole cartografiche redatte dall’Architetto Paola Rossi.

A fronte delle cose dette durante l’incontro, mi sento in dovere di fare alcune precisazioni:

Contrariamente a quanto detto dall’Agraria, la sentenza del 1990 del commissario agli Usi Civici non impegnava affatto la Regione ad intervenire sugli Usi Civici di Demanio Collettivo. Come scritto nella suddetta determina, la Regione Lazio ha dichiarato le aree ad uso civico tramite il DPR 616/1977 che attribuisce alla regioni nell’ambito delle loro attività amministrative il riconoscimento degli Usi Civici non attraverso un’inesistente richiesta della sentenza. Inoltre, la sentenza impegnava il Commissariato agli Usi Civici ad effettuare delle attività ricognitive che non sono state mai espletate, per questa ragione questa parte della sentenza è ancora inefficace. La Regione Lazio non ha alibi perché si è assunta la responsabilità del caos avvenuto emanando la determinazione dirigenziale A07844 del 30 settembre 2013 e non può trincerarsi dietro una sentenza priva di efficacia.

Sempre la suddetta Determina prende atto della cartografia dell’architetto Rossi ed è ancora efficace sebbene questa sia stata disconosciuta dalla stessa Università Agraria. Anche questo aspetto va a favore della mozione del Consigliere Devid Porrello presso il Consiglio Regionale del Lazio, che chiede alla Regione di annullare questa determina perché è viziata da errori grossolani e gravissime sono le loro conseguenze.

Il Comune è entrato in tutti gli otto procedimenti presso il Commissariato agli usi civici ad adjuvandum dei cittadini ricorrenti e ha anche nominato un proprio perito di parte che tra alcuni giorni renderà noto l’esito del proprio lavoro.

Rimane il fatto che nel 2013 sotto l’amministrazione Zingaretti è stata emanata una determinazione dirigenziale ancora efficace viziata ma da due errori gravissimi:

1) Prende atto di una sentenza inefficace

2) Prende atto di una perizia che secondo l’Università Agraria contiene molti sbagli.

Mi preme ricordare che ci sono opere bloccate a causa degli Usi Civici che sono importanti per la sicurezza dei cittadini come la rotatoria alla fine di via Pietro Nenni, anche in questo caso la Regione dimostra la propria incompetenza perché non riesce ad approvare una variazione di destinazione d’uso del terreno per trasformare una strada in … una strada (siamo alla follia ma è così). Ma devo anche ricordare l’assenza della Regione quando l’Università Agraria mise in piedi la fastidiosa operazione per impedire la riqualificazione del Parco della Resistenza, adducendo ragioni che già allora non erano sensate. Oggi scopriamo che in base alla cartina che ieri l’Università Agraria ha distribuito il parco della Resistenza è fuori dalle aree vincolate. Grazie a questo comportamento incomprensibile dell’Università Agraria la riqualificazione di questo parco è partita con più di sei mesi di ritardo ma sarebbe partita ancora più in ritardo se avessimo dato retta ai “preziosi” consigli del candidato sindaco Massimiliano Grasso che sosteneva la necessità di aspettare un accordo con l’Università Agraria, forse sperando di inaugurarlo lui qualora il prossimo anno dovesse vincere le elezioni.

Con questa pessima determina la Regione cinque anni fa ha soppresso il diritto dei legittimi proprietari di vendere o donare i propri immobili, interrotto pratiche di compravendita, ritardato e impedito opere pubbliche importanti per la qualità della vita e per la sicurezza dei cittadini. Questi errori grossolani in una società sana sarebbero giustamente sanzionati; non sarà così ma almeno adesso possiamo sperare che questa vicenda si risolva nel meno peggiore dei modi. . Gli Usi Civici sono uno strumento a favore della Collettività, non contro, ma qualcuno alla Regione sembra averlo dimenticato.

L’amministrazione comunale è diventata parte attiva in questa vicenda, continuerà a seguirla e, data l’inadeguatezza dimostrata finora dalla Regione nel gestirla, auspica un atto definitivo da parte del Commissariato agli Usi Civici affinché faccia chiarezza su quali siano realmente le aree urbanizzate vincolate da usi civici. Quando la nuova cartografia sarà pronta, tutti gli Enti coinvolti dovranno collaborare per trovare una soluzione finale e a costo zero per tutti i Cittadini e speriamo che la Regione inizi finalmente a lavorare a favore dei Cittadini e non contro come ha fatto quando emanò la determina del 2013 e per come ha gestito i rapporti con l’amministrazione comunale.

Emanuele La Rosa

Consigliere comunale M5S
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