“Abbiamo sempre temuto che la città Metropolitana di Roma, ancor di più della vecchia Provincia, diventasse un legame istituzionale negativo per una autonoma e dignitosa gestione politica della nostra città.   Non abbiamo mai creduto che Roma con tutti i suoi problemi da risolvere di tipo legali e finanziari, nonché strutturali, potesse lasciare spazi di attenzione e risorse per altri comuni. Se ancora ce ne fosse bisogno, lo confermano le ultime vicende, inerenti i rifiuti urbani della capitale, nelle quali è evidente il tentativo della sindaca Raggi di smaltirli nei vicini territori, ex provincia;  ed inerenti la gestione dell’acqua nella quale Regione Lazio, Città Metropolitana e Roma Capitale propendono fortemente per all’affidamento ad ACEA – ATO2.
Ne eravamo tanto convinti  da porre la questione  come condizione alle passate elezioni e, subito dopo, far prendere impegno alla nuova Amministrazione ad assumere una apposita delibera, finalizzata a mettere in atto tutte le procedure per uscire dalla Città Metropolitana.  La delibera fu fatta ed anche la relativa Commissione Permanente, per  poi perdere  tracce ed esiti.
Certo  è che dopo la elezione a Sindaco di Roma di Virginia Raggi, alla quale viene attribuita automaticamente anche  la carica di Sindaco Metropolitano, e  la successiva “sofferta nomina” di Manunta a consigliere, l’atteggiamento,  prima critico, si è completamente ribaltato.  Ci si è perfino dimenticato che lo stato negativo in cui versa la nostra città, in gran parte è dovuto alla dipendenza da Roma, sia politicamente che partiticamente, che ha sempre ritenuto il nostro territorio come una speciale riserva di caccia, un feudo al quale non si doveva concedere nulla, specialmente il diventare Provincia,  per fare in modo che fossero accettate le servitù peggiori come “opportunità”.
Siamo sempre più preoccupati di quanto sta accadendo, anche perché il governo cittadino si  dimostra debole e inadeguato e,  pertanto,  sovrastato  nella  difesa del territorio e dell’economia locale da poteri forti, enti sopra comunali ed esigenze altrui.
A questo punto, crediamo che solo una forte presa di posizione delle forze ancora attive, con  un pronto risveglio dei cittadini,  potrà evitare che a breve tempo ed in maniera definitiva la nostra città, che negli anni cinquanta era tra le prime nel Lazio, venga trasformata in un borgo-dormitorio di Roma”.

Lo ha comunicato  CIVITAVECCHIA C’è.

 

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