Alla Pucci la seduta di venerdì deserta: il sindaco non ci sta e chiama il prefetto.
Dal numero legale la certificazione della paralisi amministrativa.
Cronaca di un fallimento annunciato. Il resto sono veleni che non mutano granché il dato politico: con le dimissioni di Alessandra Riccetti da presidente del consiglio comunale e il suo contestuale passaggio all’opposizione, la maggioranza che regge la giunta Cozzolino è andata sotto la linea di galleggiamento. E annaspa, vistosamente.
La battaglia seguita alla seduta di venerdì scorso è solo l’inizio di un labirinto difficile da superare, se la maggioranza in consiglio si regge su 13 voti. Con Piendibene che, in veste di consigliere anziano, ha già fatto capire che il tempo delle anomalie non può più continuare, regolamenti alla mano. Certo, c’è il sindaco Cozzolino che, al grido di “Va tutto bene madama la marchesa”, si oppone, strepita e ricorre al prefetto. Magari cercando di sventolare la bandiera di una precedente seduta da tenere perché in seconda convocazione, cercando poi il pertugio attraverso il quale far passare un nome da votare per mandare avanti la barca, nonostante tutta l’acqua che fa. Tentativi che meriterebbero un velo pietoso, se non fossero già stati tutti utilizzati per coprire buche, falle e toppe peggiori del buco stesso.
Il presidente non si può fare, peraltro anche perché – e non può passare in secondo piano – i rimasugli di eletti tra i cinque stelle che in ordine sparso si riesce a raggruppare solo con estrema fatica, non sono d’accordo su chi fra loro sia il più degno del reame a sedersi sullo scranno più alto dell’aula Pucci. Il che è solo la prova di quanto si siano sgretolate le granitiche certezze che avevano portato – tre anni e mezzo fa, ma pare un’eternità – i Cozzolino boys a Palazzo del Pincio.
La prospettiva, quel che più conta agli occhi ormai disposti al pianto dei civitavecchiesi, è una lenta agonia di questa squadra amministrativa, fino a sfociare in un commissariamento ad acta che suonerebbe più come un doveroso interrompere un accanimento terapeutico che come una violenza. Stupisce che ad accorgersene per primi non siano proprio i consiglieri di maggioranza, se non il sindaco Cozzolino. Ma che l’opposizione debba assicurare il numero legale, è una pia illusione che neanche loro possono davvero nutrire.

 

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