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Progetto di promozione della lettura e cultura della bicicletta a cura del Sistema Bibliotecario Ceretano Sabatino e della Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza, finanziato dalla Regione Lazio.
4 luglio ore 18.00 – Biblioteca “Alessandro Capotosti” di Santa Marinella.

La Biblioteca A. Capotosti e la Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza /Associazione Ti con Zero per la quarta edizione di “Libri nel Giro 2017” propongono al pubblico “Giro-giro-Tondo”, progetto di promozione della lettura e cultura della bicicletta.

Le iniziative per diffondere la cultura sportiva e in particolare la cultura della bicicletta sono state svolte in tutte le biblioteche del SBCS, che hanno fatto conoscere i 100 libri dedicati al Giro d’Italia della Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza: fondata nel 2013, da Fernanda Pessolano e Ti con Zero, vanta 2500 libri dedicati al ciclismo e alla bicicletta ed è l’unica in Europa.

Il ricco calendario, dopo vari laboratori ed in particolare un reading dedicato a Marco Pantani, torna a Santa Marinella martedì 4 luglio, alle 18.00, con l’affascinante storia di Alfonsina Strada, raccontata da Patrizia Bollini.

Nello spettacolo GIRA VOLTA si ascolteranno storie di corse e corridori, con Patrizia Bollini, attrice, con Pino Petito, ex corridore professionista e direttore sportivo e con Marco Pastonesi, scrittore e giornalista sportivo, accompagnati alla chitarra da Enrico Cresci e Pier Luigi Laurano.

Scattò il 13 maggio 1909, alle 2.53 di notte, da Milano: 127 corridori impegnati in otto tappe, distribuite in 18 giorni, lunghe 2447,9 km, e la più lunga era proprio la prima, con l’arrivo a Bologna dopo 397 km. Era il primo Giro d’Italia della storia: un’avventura geografica, un’epopea terrestre, un romanzo infinito.

Nel 2017 il Giro d’Italia celebra la sua centesima edizione: dal 5 al 28 maggio, da Alghero a Milano, in tutto 3572,2 km in 21 tappe. E con una catena di montagne – dall’Etna al Blockhaus, dal Mortirolo allo Stelvio, dalle Dolomiti al Grappa – da capogiro: vulcaniche, alpine, titaniche, leggendarie.

Fra la prima e la centesima volta, il Giro d’Italia è sconfinato dallo sport per diventare anche cinema e arte, giornalismo e letteratura, solidarietà e scienza, e sempre di più cultura della bicicletta. Una testimonianza viva, una esplorazione reale, una conoscenza fisica, in presa diretta. Una divina commedia umana. Come sospirava Alfonso Gatto: “Il Giro è una meravigliosa corsa umana. Il suo traguardo è la felicità”. Come confidava Anna Maria Ortese: “E’ che quel maggio fu il più straordinario, il più affascinante, e anche il primo e l’ultimo maggio d’infanzia. Perché chiunque parta col Giro diventa, per un mese, bambino”. Come scopriva Gian Luca Favetto: “E’ come un ritorno. Sempre. Anche la prima volta. Andare al Giro, seguirlo aggrappati alle sue strade, alle fughe, alle volate, alle sue meraviglie, è sempre un ritornare”. Come si domandava, e si rispondeva, Dino Buzzati: “Serve dunque una faccenda stramba e assurda come il Giro d’Italia in bicicletta? Certo che serve: è una delle ultime città della fantasia, un caposaldo del romanticismo, assediato dalle squallide forze del progresso, e che rifiuta di arrendersi”. Come spiegava Alessandro Baricco: “Andare a vedere il ciclismo è una cosa che se ci pensi non ci credi. Stai sul bordo di una strada, aspetti, aspetti, poi a un certo punto arrivano, come una sventagliata colorata, i ciclisti, e ti strisciano negli occhi”. (Marco Pastonesi)

 

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