alberghiero ladispoli

Il futuro è nella comunicazione e gli studenti dell’Alberghiero di Ladispoli si preparano ad entrare nel mondo del lavoro con tutte le carte in regola per affermarsi all’interno di un mercato sempre più dinamico e competitivo.
Proseguono senza sosta all’Istituto Professionale di via Federici le attività dell’Alternanza Scuola – Lavoro. “Si tratta di una modalità didattica innovativa ma non nuova nell’ambito degli Istituti Professionali. – ha sottolineato il Prof. Renato D’Aloia, Responsabile delle attività – La Legge 107 del 2015 ha potenziato tale esperienza che aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola, a testare sul campo le proprie attitudini, arricchendo la formazione e orientandola al mondo del lavoro con un taglio più specialistico. E’ innegabile che si tratti di un cambiamento culturale all’interno dei Licei, cui è stata estesa, ma gli Istituti Professionali possono vantare una lunga esperienza in questo settore. Si tratta tuttavia di migliorarla, costruendo una sorta di ‘via italiana’ al sistema duale’, che riprenda alcune buone prassi europee, coniugandole saggiamente con le specificità dei tessuti produttivi del territorio e con i diversi contesti socio-culturali”.
Dopo i corsi di Organizzazione e gestione di eventi, Bartending e Carving, per gli studenti degli Indirizzi di Enogastronomia, Sala e Vendita e Accoglienza Turistica è stata la volta delle lezioni di Dizione, Revenue Management, Haccp e Finger Food.

Apprendere come utilizzare al meglio le strategie di promozione della propria immagine, attraverso un uso efficace degli strumenti, dei metodi e delle pratiche più efficaci della comunicazione: questi gli obiettivi del corso tenuto da Pierluigi Palla, Docente di Lettere dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli e regista teatrale. Un universo multiforme e complesso, del quale fanno parte, con tutta evidenza, anche le regole della dizione. “Una corretta pronuncia lessicale e un’adeguata espressione linguistica sono essenziali per i futuri professionisti del settore enogastronomico e aziendale-turistico” – ha sottolineato Pieruigi Palla – Solo per fare un esempio, tutti sanno che ormai, per chi si dedica all’arte della cucina, è indispensabile non solo la preparazione, ma anche e soprattutto la “narrazione del piatto”, la sua presentazione e la sua storia. In questa prospettiva risulta altrettanto evidente come una corretta dizione diventi un prerequisito indispensabile per coloro che, come i ragazzi dell’indirizzo ‘Accoglienza Turistica’, destinatari del corso, saranno chiamati a parlare in pubblico nello svolgimento delle loro mansioni, e come la padronanza ortoepica possa rappresentare un valore aggiunto nella costruzione di una adeguata professionalità”.

Il corso di Revenue Management è stato tenuto invece dal docente Angelo Morello. Anticipare, innovare, rafforzare, mantenere: queste le parole d’ordine del “Revenue Management”. Prevedere eventuali situazioni che potrebbero rivelarsi dannose per la struttura alberghiera, trovare soluzioni nuove per ottimizzare il risultato economico, rafforzare le azioni intraprese per rendere sempre più stabile l’ambiente di lavoro, tenere saldi e duraturi i risultati ottenuti: così – ha spiegato angelo Morello – è possibile sintetizzare il lavoro del “Revenue manager”. Considerato, per gli addetti al settore, un’evoluzione dello Yield Management (l’insieme delle tecniche di gestione della redditività, applicate sin dagli anni ’70 dalle Compagnie aeree), il “Revenue” si occupa meno di software e di elaborazioni algoritmiche e più del fattore umano, del “fiuto”, dell’intuito e della creatività che devono condurre a trovare la strada giusta per riposizionare e rilanciare un’azienda. L’aumento del fatturato è senza dubbio il risultato più concreto e tangibile del successo di una strategia di “Revenue Management”, ma quello che conta ancora di più – ha spiegato Angelo Morello agli studenti dell’Alberghiero – è la filosofia che alimenta una “Sell strategy”: vendere un prodotto o un servizio, in un mercato caratterizzato da una crescente segmentazione della clientela e da un elevatissimo livello di complessità, non può ridursi all’utilizzo di un software in cui si inseriscono dei dati per aspettare che producano altri dati. La specialità del “Revenue manager” sta nel dialogare con tutti i reparti di una struttura alberghiera, assicurando quella “visione totale”, che deve saper guidare l’azienda ad ottenere i risultati migliori, consolidandoli sul medio-lungo termine.

La conoscenza del sistema HACCP è, come noto, requisito indispensabile per ogni operatore del settore alimentare, a qualunque livello della filiera di produzione sia coinvolto. “Si tratta in sostanza di uno strumento finalizzato alla gestione dei rischi, che consente di applicare l’autocontrollo in materia di igiene e sicurezza degli alimenti in modo razionale e organizzato, – ha spiegato l’Ing. Mirko Guiducci, Docente del corso in svolgimento all’Istituto Alberghiero – stabilendo e applicando procedure di sorveglianza efficaci nei punti critici e predisponendo le eventuali azioni correttive. La prima codifica normativa in questo settore – ha aggiunto – risale al 1993 con la Direttiva 43/93/CEE, poi sostituita dal Regolamento CE 178/2002 e dal Regolamento CE 852/2004. Ovviamente, data l’estrema varietà del settore delle imprese alimentari, esistono non solo delle Linee guida redatte dalla Commissione Europea, ma anche dei ‘Manuali di Corretta Prassi Igienica’ utili a facilitare l’adozione e l’applicazione di Piani di autocontrollo adeguati”.

Altro laboratorio, altro corso: nell’aula accanto a quella in cui si svolgevano le lezioni sull’Haccp, Alessio Calvanese, Docente di Enogastronomia, insegnava agli studenti i segreti del Finger food: “Il motivo del successo di questa tendenza presso i consumatori contemporanei – ha spiegato Calvanese – è nell’importanza del senso del tatto per la percezione del gusto. Non bisogna dimenticare che la maggior parte del genere umano mangia con le mani. Toccare gli alimenti ci consente di cogliere l’anima del cibo. Per millenni l’uomo ha preferito il contatto diretto con gli alimenti. Basti pensare ai famosissimi banchetti e convivi dell’Impero romano. Ma naturalmente esistono delle regole per preparare un finger food e sono quelle che ci siamo proposti di insegnare ai nostri studenti. Potremmo riassumerle in tre principi fondamentali: – ha concluso il Prof. Calvanese – bellezza, bontà e salubrità. E’ necessario cioè dedicare la massima attenzione all’eccellenza e alla qualità delle materie prime, senza dimenticare però lo spazio da riservare all’armonia delle forme e alla creatività”.

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