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“In questi giorni non si parla di altro che del disastro ambientale accaduto alla marina a seguito di uno sversamento di lavatura di piatti in una aiuola. Per tale accadimento si è messo immediatamente in moto un articolato complesso tecnico e giudiziario. Assolutamente non vogliamo entrare nel merito del predetto fatto ma ne prendiamo spunto per mettere in evidenza quanto si sta verificando presso il costruendo e quasi ultimato impianto crematorio industriale al nuovo cimitero di via Braccianese Claudia. Quello che si osserva nella foto è opinabilmente un impianto per disperdere nel terreno sottostante le ceneri delle salme cremate che i parenti non intendono portarsi via a fine processo. Dalla perizia geologica allegata al progetto approvato si evince che la falda freatica in zona corre a circa metri 2,50 sotto il piano di campagna. C’è quindi da presupporre che le ceneri delle salme cremate vadano ad interessare la predetta falda. Nell’intorno del costruendo impianto crematorio esiste un numero consistente di appezzamenti di terreno provvisto di pozzi alla romana o trivellati. Non certo acqua per uso alimentare ma pur sempre per irrigazione, abbeveraggio animali e quant’altro. Il predetto impianto era stato già contestato, unitamente ad altri argomenti in una nota inviata a vari organi di vigilanza e amministrativi un anno fa ma se tale manufatto è stato realizzato c’è da presupporre che abbia avuto regolare autorizzazione. Praticamente lavatura di piatti che scola in una aiuola provoca inquinamento e disastro ambientale, ceneri umane che entrano potenzialmente nella corrivazione delle acque sotterranee in ambiente ricco di sistemi di prelievo invece non provocano nulla”.

Lo ha reso noto il Comitato Puntone dei Rocchi.

 

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