SI ATTENDE UNA RISPOSTA DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DOPO L’INCARICO AL TECNICO QUALIFICATO. 

“Il giorno 29 aprile 2016 è stato effettuato il sopralluogo nella piscina di Ladispoli (RM). Ho fatto insieme al Sindaco il percorso tra l’esterno e l’interno, fino ad arrivare a bordo vasca.

È stato accertato, fra l’altro, che non posso accedere nella vasca natatoria, mancando uno scivolo e in alternativa un sollevatore. Il Comune affiderà ad un Tecnico la redazione di un parere specifico:

http://www.terzobinario.it/ladispoli-piscina-portatori-handicap-sopralluogo-del-sindaco-paliotta/89264

Infatti, si legge nell’articolo citato del 30/04/2016, apparso su “Terzo Binario.it”: “L’Amministrazione ha comunque preso atto sui luoghi delle problematiche e chiederà ad un tecnico competente nel settore dell’handicap un parere sulla problematica specifica”.

In Italia, è bene precisarlo, il tema dell’ “handicap” è trattato, principalmente, dalla Legge Quadro 104/92.

Perciò, alla luce del sopralluogo effettuato, mi chiedo perché ogni qualvolta ci sia di mezzo “la disabilità”, quello che è di ordinaria gestione nella vita quotidiana di ogni cittadino, diventa di straordinaria amministrazione per chi si trova in una diversa “forma”. Tutto si amplifica per il semplice motivo che DEVI CHIEDERE DI POTER ESSERE AUTONOMO.

Ma l’autonomia si configura nella rimozione degli ostacoli! Eppure gli ostacoli permangono, nonostante le leggi, e nell’assenza dei controlli. Ed è l’assurdo, la dicotomia di un sistema che ancora settorializza invece di includere e fare un tutt’uno, non essendoci differenze fra esseri umani. NON SI PUÒ PARLARE DI “SETTORE” DELL’HANDICAP CHE PROPRIO NON ESISTE COME SETTORE. ESISTONO INVECE GLI OSTACOLI, LE BARRIERE ARCHITETTONICHE.

È bene specificare che A GENERARE LA DISABILITÀ NON È TANTO L’HANDICAP, MA GLI OSTACOLI CHE SI FRAPPONGONO A CAUSA DI BARRIERE CHE ALTRI HANNO POSTO, INCURANTI DELLE LEGGI ESISTENTI SULL’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE STESSE.

 Fare del nuoto è cosa normale per chiunque voglia farlo. Fa parte di una scelta e del libero arbitrio di ogni persona e non si dovrebbe nemmeno stare a parlare di un “parere” su una problematica specifica.

 I termini del problema odierno, sono mal posti e risultano incomprensibili!

Nell’ippica, l’HANDICAP è un peso che si attribuisce ai cavalli nella corsa al galoppo. Peso del fantino più peso della sella con l’aggiunta di contrappesi, perché ogni cavallo abbia le stesse possibilità a parità di peso.

Paradossalmente nell’ippica, l’handicap è un peso per mezzo del quale si realizzano le pari opportunità fra cavalli che gareggiano!

Nel mio mondo, che è il mondo degli umani, e nella mia vita di tutti i giorni, l’handicap è un peso, uno svantaggio puro, dal momento che sei tu che devi fare la corsa ad ostacoli.

La correlazione, almeno nell’ippica, tra peso e pari opportunità è evidente.

Per traslato si potrebbe dire che la vita in quanto evoluzione di eventi, “distribuisce” i pesi. I contrappesi o PARI OPPORTUNITÀ possono essere identificati nell’eliminazione delle barriere architettoniche. Ma no, niente contrappesi. Niente di niente.

Le barriere architettoniche resistono, sulle barricate e nelle trincee, eroicamente, levando su al vento la bandiera della diversità!

Mi chiedo se le PARI OPPORTUNITÀ siano solo un argomento di conversazione davanti ad una tazza di the, o esistano davvero perché FINCHÉ SI PARLERÀ IN TERMINI DI “SETTORI”, non ci sarà mai posto per le pari opportunità. Se si parla in termini  di settori è chiaro che sei già fuori, emarginato. Out. Sei un alieno.

Posso accedere sì, posso accedere no. In base a che cosa? Ad una diversità presunta? Ad un “parere” espresso da un tecnico del “settore”?!?

Forse, se mi fossi data all’ippica sarebbe stato più semplice e meno umiliante.

E si rimane all’infinito ad aspettare un permesso, un passaporto, un via libera. UN VERDETTO! Nel 2016 è dignitoso?

DOVE SONO I DIRITTI CIVILI?

MA L’ITALIA È IN EUROPA?

LA DISABILITÀ NON È UNA QUESTIONE ASSISTENZIALE ma una fattispecie basilare che conduce all’uguaglianza delle Persone, dei Cittadini, degli Esseri Umani, e dunque non è una questione di “settori” ma è una questione di PROMOZIONE DEI DIRITTI CIVILI, includendo, integrando E NON SEPARANDO.

Qui in Italia ti fanno un favore quando rimuovono le barriere architettoniche. Si parla di settori!

MA L’ITALIA, CHIEDO ANCORA, È IN EUROPA?

Un sì o un no per poter vivere come si vuole? Vige il criterio della concessione previo il vaglio, l’imprimatur, il placet. Manco fossimo al Colosseo!”.

Lo ha comunicato Paola Mauri.

 

image_pdfScarica articolo (pdf)image_printStampa articolo
Quanto ti piace?

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com