Il tribunale di Perugia ha condattato a 9 mesi di reclusione (pena sospesa) il costruttore Diego Anemone, all’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci, all’imprenditore Emmanuele Messina e all’avvocato Edgardo Azzopardi (patron della Rogedil di Civitavecchia) accusati di concorso in rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta relativa agli appalti per i cosiddetti Grandi eventi.

La sentenza del tribunale collegiale di Perugia, presieduto da Daniele Cenci, è arrivata dopo una camera di consiglio durata più di due ore. Alla lettura del dispositivo erano presenti in aula il costruttore romano Diego Anemone e l’avvocato Edgardo Azzopardi, i quali hanno abbandonato il palazzo di giustizia di Perugia senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti presenti.

Tutti gli imputati rivendicano la correttezza del loro operato. In aula alcuni difensori hanno gia’ annunciato appello contro la sentenza. Il pm aveva chiesto la condanna ad un anno e tre mesi di reclusione mentre gli avvocati della difesa avevano sollecitato sollecitato l’assoluzione. Secondo la ricostruzione accusatoria, l’allora procuratore aggiunto di Roma Achille Toro (che ha già patteggiato una condanna rivelazione di segreto d’ufficio) avrebbe comunicato ad Anemone, Balducci, Messina e Azzopardi notizie d’ufficio su un procedimento della procura di Roma e su uno della procura di Firenze che erano in coordinamento investigativo. Oggi davanti al tribunale di Perugia sono intervenuti i legali di Balducci ed Anemone. Nel corso delle loro arringhe gli a vvocati Roberto Borgogno, David Brunelli e Antonio Barbieri avevano cercato di confutare le tesi del pm Massimo Casucci. Secondo l’avvocato Borgogno “in questo processo non ci sabbe stata traccia di colloqui tra Achille Toro e gli attuali imputati”.

E più in particolare il magistrato – secondo il difensore – “non poteva comunicare notizie riguardo gli imminenti arresti chiesti dalla procura di Firenze in quanto non ne sapeva nulla”. Per l’avvocato Brunelli, Balducci deveva essere assolto perché il fatto non sussiste”. Il legale di Anemone, invece, ha parlato di un “processo indiziario nato da intercettazioni telefoniche interpretabili”.

L’inchiesta sulla cosiddetta “cricca” degli appalti per i Grandi eventi venne avviata dalla procura di Firenze e quindi trasferita a Perugia per competenza ma poi il troncone principale del procedimento è stato spostato a Roma.

(fonte etrurianews.it)

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